Buongiorno ai Lettori di Investing.com.
Considerando il clamore che ha circondato l'incontro del Presidente Trump con Kim Jong Un, i mercati finanziari hanno risposto molto timidamente.
Evidentemente ci sono eventi più importanti in calendario e questo ci proietta già alla riunione del FOMC cominciata nella giornata di ieri.
Un po’ di direzionalità si rivede sui rendimenti delle obbligazioni USA, in rialzo (il rendimento dei Treasury a 10 anni è di nuovo in vista del 3%), consentendo al dollaro di recuperare un po’ di terreno perso.
Ci si aspetta che la Federal Reserve confermi il secondo rialzo dei tassi di altri 25 punti base e al momento si parla di 3 rialzi. Politica ampiamente scontata dai mercati, ma l'inflazione Core di ieri è salita al 2,2% e se da un lato fornisce ulteriori prove del fatto che la ripresa degli Stati Uniti sta procedendo, dall’altro lato, porta a non escludere l’eventuale quarto rialzo entro fine anno.
Oggi sarà molto interessante capire come si posizioneranno i dot plots (ovvero il tasso d’interesse che i vari membri del FOMC si aspettano), ricordandoci che a marzo avevamo una proiezione orientata verso 4 rialzi.
Poi, chiaramente, sarà fondamentale interpretare le proiezioni dell'inflazione. Visto che i mercati non hanno preso posizione dopo il vertice di Trump/Kim, la leggera preferenza per il dollaro suggerisce un'aspettativa di una Fed leggermente più aggressiva.
Wall Street ha chiuso la giornata di martedì positivamente, con l'S P 500 + 0,2% e i futures che hanno guadagnato un altro + 0,2%.
I mercati asiatici sono stati tutto sommato positivi, segnaliamo in particolare il Nikkei + 0,4% (Yen più debole) mentre gli indici europei sembrano un po’ più nervosi.
Nel forex abbiamo già segnalato la rinnovata vigoria del Dollaro, ma la spinta è limitata in attesa degli appuntamenti serali.
Nelle materie prime la forza del dollaro sta frenando i metalli preziosi: l’XAU/USD perde quota ed anche il Future Petrolio Greggio WTI perde circa -0,5% dopo l’API report ha mostrato una crescita delle scorte.
Sul fronte macroeconomico prima della FED spazio all’inflazione del Regno Unito (ore 10:30).
Il dato principale dovrebbe salire al + 2,5% (dal + 2,4% del mese scorso), ma il core dovrebbe rimanere al + 2,1% (+ 2,1% la precedente lettura), ciò si tradurrà in una compressione sui salari reali.
Anche i prezzi alla produzione dovrebbero salire, al + 7,6%, ciò rappresenterebbe un aumento dei costi delle materie prime che porterebbe il dato ai massimi da novembre.
Nel pomeriggio spazio alle scorte di Petrolio (ore 16:30) per le quali si prevede una contrazione di -2.8m di barili (in calo da + 2.1m di barili la scorsa settimana), i distillati in calo -0.2m (+ 2.2m la scorsa settimana) e le scorte di benzina in aumento + 0,6 m (+ 4,6 m la scorsa settimana).
Infine, alle ore 20:00, l’annuncio della politica monetaria del FOMC coi tassi in crescita dal + 1,75% al + 2,00%.
Il Presidente Fed Jerome Powell parlerà alle 20:30.