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Paura della stessa ombra

Pubblicato 30.06.2022, 09:18
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In una giornata ricca di appuntamenti e di eventi macroeconomici i listini azionari mostrano nuovamente la paura della loro stessa ombra. Da una parte l’elevata preoccupazione sul percorso di crescita inflazionaria desidera una risposta delle varie banche centrali (Bce o Fed che sia), dall’altra le preoccupazioni che tali risposte possano rallentare (se non far deragliare) una crescita economica, già instabile tra le note preoccupazioni: energetiche, sanzioni (in risposta all’invasione ucraina da parte della Federazione Russa), Covid (con nuovi casi che tornano a farsi registrare a livello globale).

A Sintra, nella giornata in cui erano attesi i discorsi di Lagarde (Bce), Powell (Fed) e Bailey (BoE) i toni prevalentemente assunti sono stati quelli da falco. La lotta all’inflazione è la sfida che i vari banchieri centrali hanno intrapreso, non importa più la natura di provenienza di quest’ultima. Si vuole dare un deciso messaggio, dopo essere stati per quasi un anno a riportare che l’evoluzione dei prezzi era transitoria. Rialzi che tuttavia iniziano a preoccupare i mercati, con Powell che per la seconda volta consecutiva rimarca i rischi di una recessione. Situazione che sembra voler rimarcare la volontà, non tanto di una sua possibile evoluzione, quanto di voler far scontare adesso al mercato la corretta probabilità: se pure l’economia è “ben posizionata per resistere a un inasprimento della politica monetaria” non è detto che “la Fed riesca a garantire un atterraggio morbido”. Bce che riporta le attese sullo scudo anti-spread alla prossima riunione del 21 luglio.

Risposta dei mercati, che registravano già correzioni soprattutto sui comparti auto (in calo ieri del 1,59%, dopo la decisione in Europa sullo stop ai motori diesel e benzina dal 2035, e del 21% da inizio anno) e travel (-1,9% tra i vari rialzi dei prezzi del petrolio e disagi tra scioperi e mancanza di personale, solamente ieri sono stati cancellati oltre 3850 voli). Indici europei che chiudono in rosso: Francoforte (-1,73%), Madrid -1,56% (dopo un’inflazione a giugno che ha toccato il 10,2%, sui valori del 1985), Milano (-1.21%), Parigi (-0,9%), Amsterdam (-0,36%) e Londra (-0,15%).

America che invece chiude piatta con lo S&P 500 in leggera flessione dello 0,0,7% e il Nasdaq 100 e il Dow Jones al rialzo rispettivamente dello 0,18% e 0,27%. Evoluzione da inizio anno dello S&P 500 che registra un calo di circa il 20%, generando quel rischio di catalogare i primi sei mesi come i peggiori dal 1970, quando perse il 21,01%. Settori difensivi ancora i più premiati, con il sanitario (XLV) e i servizi di beni di prima necessità (XLP) nella parte alta della classifica, così come da inizio mese. Tuttavia, interessante osservare come, nonostante le migliori performance di alcuni comparti difensivi, da inizio mese il comparto Growth stia sovraperformando sul Value (IWF/IWD +1,37%) a rimarcare un ribilanciamento delle aspettative dopo i forti cali registrati da inizio anno (ancora prematuro parlare di un cambio di rotta) e soprattutto in attesa per l'avvio della stagione delle trimestrali.

Crescita vs Valore USA

CINA: Segnali di ripresa dopo le letture odierne dei PMI.  Il PMI dei servizi è risultato migliore del previsto, attestandosi a giugno a 54,7 rispetto al consenso di 50,5 e al precedente 47,8, un ovvio riflesso dell'attenuazione dei focolai e delle restrizioni locali di Covid. L'attività manifatturiera ha deluso leggermente, nonostante l'indice sia tornato in territorio espansivo con una lettura a 50,2 rispetto al 50,5 del consenso e al 49,6 precedente. 

Giornata odierna: L’attenzione, dopo le pubblicazioni asiatiche, russe (con il Pil nuovamente in calo a maggio del 4,3%), tedesche (con le vendite al dettaglio che a maggio hanno visto un incremento su base mensile dello 0,6%) e inglesi si spostano su Parigi con la lettura sull’inflazione preliminare di giugno per poi muoversi su Roma con le rilevazioni sulla disoccupazione e l’indice dei prezzi alla produzione.

I dati sulla spesa personale negli Stati Uniti potrebbero fornire ulteriori prove del fatto che l'aumento dei prezzi si sta ripercuotendo sulla propensione alla spesa dei consumatori, alimentando a sua volta i timori di recessione dei mercati. Questo soprattutto dopo che l'IPC ha nuovamente sorpreso al rialzo a maggio.

Intanto come sottofondo continua il vertice Nato, con l’evoluzione di Svezia e Finlandia e della risposta di Mosca e del meeting OPEC+.
Calendario macroeconomico odierno (fonte tradingeconomics)


Criptovalute: Nonostante il calo del mercato, con la capitalizzazione complessiva ritornata sotto quota $900 mld, l’interesse per i cripto asset non viene a mancare. Questo secondo un rapporto pubblicato recentemente da Bank of America (NYSE:BAC) a seguito della conferenza “Web3 & Digital Assets Day”, promossa proprio dalla stessa banca lo scorso 23 giugno. La tecnologia blockchain e l’ecosistema delle risorse digitali sono qui per restare”, si dichiara nel report. Bank of America, da parte sua, rimane ottimista per quanto riguarda l’adozione di criptovalute tradizionali, e lo fa in virtù della testimonianza diretta degli investitori. Il bear market, per quanto doloroso possa essere, è anche una condizione “salutare per lo sviluppo di tutto l’ecosistema cripto a lungo termine”.  Necessità di chiarezze sul quadro normativo l’altro aspetto evidenziato dal report. È opinione condivisa che gli investitori istituzionali e le aziende si stiano preparando a entrare nell'ecosistema delle risorse digitali, ma rimangano in disparte fino a quando non verrà stabilito un quadro normativo completo, afferma il rapporto.

Bear Market delle criptovalute che viene ad essere approfittato da MicroStrategy, con Michael Saylor che investe altri 10 milioni di dollari di Bitcoin a 20,8 mila dollari (acquistando quindi 480 BTC) e portando il complessivo BTC detenuto dall’azienda a circa 130.000 Bitcoin. Situazione complessiva della società che tuttavia resta in passivo, con una perdita non realizzata di oltre $1,4 mld.

Intanto sul fronte Three Arrows Capital, l’hedge fund crypto da 10 miliardi di dollari ha ricevuto un ordine di scioglimento da parte del tribunale delle Isole Vergini. Una nuova prova per il mondo delle criptovalute che sarà monitorata per capire quanto il crollo dell’hedge fund possa influire sul settore degli asset digitali su scala mondiale.

Intanto il primo Bitcoin Spot ETF è stato approvato in Europa a luglio. Jacobi Asset Management ha annunciato infatti che lancerà un ETF spot bitcoin europeo questo luglio. Il fondo negoziato in borsa si chiamerà Jacobi Bitcoin ETF e sarà quotato su Euronext (EPA:ENX) Amsterdam. Se da una parte si brinda al lancio di un ETF Spot su Bitcoin, oltreoceano Grayscale perde le staffe, dopo i continui rifiuti della Sec (dove secondo l’agenzia americana l'ETF spot bitcoin proposto da Grayscale non soddisferebbe gli standard richiesti per prevenire frodi e manipolazioni) e decide di citare in giudizio la Securities and Exchange Commission (SEC).


Gabriel Debach
eToro Italian Market Analyst
 
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