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Peloton: meglio di quel che sembra, ma ancora non abbastanza buono

Pubblicato 07.09.2022, 12:07
Aggiornato 09.07.2023, 12:31
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  • I fondamentali di Peloton sono tremendi e suggeriscono alte probabilità di bancarotta a breve
  • La società sta cercando di migliorare le cose e alcune mosse strategiche potrebbero funzionare
  • Ma restano due ostacoli per diventare bullish, nonostante PTON sia crollato del 94% dal massimo dell’anno scorso
  • Fondamentalmente parlando, Peloton Interactive (NASDAQ:PTON) sta andando verso la bancarotta, e di corsa.

    Peloton ha chiuso il suo anno fiscale 2022 (terminato il 30 giugno) con 1,25 miliardi di dollari di liquidità. E altri dovrebbero arrivare dalla vendita degli asset manifatturieri. Ma i flussi di cassa disponibili nell’anno FY22 sono stati -2,4 miliardi di dollari. Pur mettendo in conto un previsto risparmio di costi da 800 milioni di dollari, a questo ritmo Peloton resterà al verde entro il 2024.

    Ovviamente Peloton e il suo amministratore delegato Barry McCarthy lo sanno. McCarthy prima era direttore finanziario di Spotify Technology (NYSE:SPOT) e Netflix (NASDAQ:NFLX). Ha lanciato una serie di strategie per ripristinare la salute finanziaria di Peloton e riportare la compagnia in crescita.

    Tutto sommato, la bancarotta sembra molto meno probabile di quanto suggeriscano i risultati dell’anno fiscale ‘22. Ma, per due motivi, né questo né il tonfo del 94% dai massimi del gennaio 2021 bastano a rendere il titolo PTON un buy.

    Peloton Weekly Chart.

    Fonte: Investing.com

    Prova di tutto

    Dopo un anno fiscale in cui il fatturato da prodotti di Peloton è sceso del 30%, la compagnia ha chiaramente bisogno di invertire la rotta. E per farlo McCarthy ha lanciato varie iniziative.

    Come abbiamo detto, la società punta a risparmiare circa 800 milioni di dollari di spese annue tramite una serie di misure. Un design migliore dovrebbe ridurre il costo di produzione di cyclette ed altri attrezzi da fitness. Dopo aver speso centinaia di milioni per avere una capacità di produzione interna, Peloton ora sta commissionando la produzione a terzi, così come le consegne finali.

    E sta anche cambiando la strategia di commercializzazione. In particolare, il mese scorso ha annunciato che venderà su Amazon.com (NASDAQ:AMZN), una decisione che ha fatto brevemente schizzare il titolo PTON.

    Peloton per molto tempo si era rifiutata di separare la sua app dagli attrezzi o di considerare una strategia cosiddetta “freemium”. Entrambe le opzioni ora sono sul tavolo.

    Alcune di queste iniziative non funzioneranno.

    Ma altre potrebbero. Lo scopo di McCarthy è espandere il mercato indirizzabile di Peloton, attirando clienti per i quali al momento il prodotto è troppo costoso. E questi nuovi clienti possono cambiare gli affari perché traineranno la crescita dei ricavi da abbonamento (che rappresentano i reali profitti).

    In effetti, c’è un altro cosiddetto “successo della pandemia” con un profilo simile: Roku (NASDAQ:ROKU). Roku perde denaro rispetto agli operatori ma lo compensa con i ricavi dalle inserzioni e le tariffe pagate dai servizi streaming (cosiddetti “ricavi da piattaforma”). Considerato che i ricavi da abbonamento di Peloton hanno margini lordi del 68%, cifra che dovrebbe salire ancora di più con l’aumento dei ricavi, questo tipo di modello potrebbe funzionare.

    Due grossi problemi del titolo PTON

    Ma ci sono due problemi fondamentali qui. Il primo è che Peloton, anche a -94%, ha ancora una market cap di circa 3,5 miliardi di dollari. Avevo scritto questa primavera che il titolo, a 15 dollari, non era economico. Sotto i 10 dollari, il problema resta.

    Ammettiamo che Peloton possa quasi raggiungere un pareggio con i prodotti ed usare gli abbonamenti per avere profitto. Nell’anno fiscale 2022, la perdita complessiva degli EBITDA rivisti è stata comunque di 983 milioni di dollari.

    Anche con altri 650 milioni circa di risparmi in arrivo (tra anni), Peloton avrà comunque bisogno di ulteriori 300 milioni di dollari e più per arrivare in pareggio. Servirebbe una crescita di circa un terzo dei profitti lordi da abbonamento, solo per un pareggio degli EBITDA. Per avere flussi di cassa disponibili positivi, servono parecchi anni di crescita costante degli abbonamenti. E per supportare una market cap da 3,5 miliardi di dollari serve molto di più.

    Gli ottimisti possono credere che possa succedere. Ma eccoci al secondo problema: i consumatori del fitness sono notoriamente volubili. Il settore si è rivelato un cimitero per il capitale degli investitori. Il produttore di attrezzi Nautilus (NYSE:NLS) ora è scambiato a 2 dollari ed è crollato del 16% negli ultimi 10 anni. Aveva superato i 20 dollari a metà dello scorso decennio ed i 30 dollari l’anno scorso. Vari operatori di palestre, come Bally Total Fitness e Town Sports International (OTC:CLUBQ) hanno fatto fuori gli azionisti.

    È sicuramente possibile che la cosa funzioni. Ma “possibile” non basta perché gli investitori indirizzino il loro denaro, faticosamente guadagnato, sul titolo Peloton, o almeno non a questa valutazione.

    Nota: Al momento della scrittura, Vince Martin non ha posizioni su nessuno dei nomi menzionati.

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