- La domanda cinese supporta il greggio negli scambi prefestivi, tra i timori per il COVID
- I grafici mostrano che il WTI potrebbe ritestare il picco di 77 dollari della settimana scorsa, ma potrebbe anche scendere a 65 dollari
- Questa settimana attesi dati USA su settore immobiliare e fiducia dei consumatori
La ripresa della domanda alimentata dalla riapertura in Cina sta incoraggiando il petrolio proprio mentre aumentano i timori che le vittime per il COVID-19 possano vedere un’impennata nel maggiore importatore petrolifero mondiale.
Scambi USA ridotti in vista del Natale e mercati in chiusura per la fine dell’anno potrebbero inoltre comportare delle oscillazioni di prezzo.
I mercati del greggio sono in rialzo negli scambi asiatici di questo lunedì, estendendo la ripresa della scorsa settimana dopo il crollo maggiore da marzo della settimana scorsa.
Il Brent con consegna a febbraio si attesta a 79,8 dollari alle 11:20 CET, in salita di 77 centesimi, o dello 0,97%. Il Brent è balzato del 4% la scorsa settimana e dell’11% in quella precedente, il massimo da marzo.
Il West Texas Intermediate con consegna a febbraio si attesta a 75,17 dollari al barile, su di 88 centesimi, o dell’1,15%. Come il Brent, anche il riferimento USA è rimbalzato del 4% la scorsa settimana dopo un crollo dell’11% in quella precedente.
Una mossa sostenuta sopra i 73 dollari manterrà valide le probabilità che il WTI torni a testare il livello di 77 dollari, spiega Sunil Kumar Dixit, a capo delle strategie tecniche di SKCharting.com. Riferendosi alla media mobile semplice, afferma:
“Un forte consolidamento sopra i 78 dollari contribuirà ad estendere i rialzi al livello psicologico di 80 dollari ed alla SMA su 100 settimane di 82 dollari”.
Tuttavia, avverte che una rottura ed un consolidamento sopra i 73 dollari innescheranno un retest della base di supporto di 70 dollari del WTI.
“Se questa base di supporto verrà infranta, esporrà il WTI ad un importante obiettivo correzionale con supporto alla SMA su 200 settimane di 65,10 dollari”.
Ad una settimana da Natale, il calendario economico è leggero; la Banca del Giappone sarà l’ultima a tenere un vertice per quest’anno.
Gli unici dati USA di rilievo previsti questa settimana sono i report sulle nuove costruzioni, sulle vendite di case nuove e sulle vendite di case esistenti, nonché il dato sulla fiducia dei consumatori, che potrebbero dare dettagli sull’economia mentre aumentano i timori di una recessione.
I long scommettono su una ripresa della domanda con la Cina che riapre dai lockdown.
Anche il piano del governo Biden di cominciare a riempire le riserve strategiche (SPR), con un lotto iniziale di 3 milioni di barili da febbraio, contribuisce a supportare i prezzi del petrolio. Ma i trader aspettano di sapere quando arriveranno altri acquisti per le SPR, dal momento che le scorte si trovano ai minimi di 38 anni e quasi il 40% al di sotto rispetto a due anni fa.
L’improvvisa sospensione in Cina della politica zero-COVID sta dando nuova linfa al settore dell’aviazione, con la domanda di carburante per aerei schizzata del 75%, o quasi 170.000 barili al giorno, in due settimane, secondo i dati di Kayrros.
Caixin ha riportato che la Cina intende incrementare i voli per riportare i volumi medi giornalieri di voli passeggeri al 70% dei livelli del 2019 entro il 6 gennaio.
Pechino ha inoltre promesso di concentrarsi sulla stabilizzazione della sua economia da 17 mila miliardi di dollari nel 2023 e di assicurarsi di rispettare gli obiettivi chiave della sua politica. I principali leader e policymaker del paese si sono riuniti in un vertice di due giorni a porte chiuse per tracciare il corso dell’economia per il prossimo anno.
Gli analisti di Haitong Futures hanno dichiarato, nei commenti riportati da Reuters:
“Il mercato si focalizzerà sui progressi della ripresa della domanda in Cina… in generale le prospettive sono positive, ma il percorso potrebbe essere lento ed accidentato, data la difficile situazione per il COVID sul breve termine”.
Con l’allentamento delle norme sanitarie in Cina, gli esperti temono che fino al 60% della popolazione potrebbe infettarsi e che un picco a gennaio potrebbe colpire le persone più vulnerabili, come gli anziani e i fragili.
Di conseguenza, la domanda petrolifera potrebbe soffrirne, dicono gli analisti. “L’intenzione della gente di uscire potrebbe ancora essere limitata nel prossimo mese o due, con la maggior parte delle città che deve ancora vedere grossi focolai”, ha affermato Zhang Xiao, di OilChem, secondo quanto riporta Bloomberg.
Aggiunge che l’utilizzo di benzina potrebbe scendere sul breve periodo, con le persone che sceglieranno di stare a casa per evitare i contagi o per riprendersi:
“Il mercato dovrà aspettare almeno fino a marzo prima di vedere una ripresa della domanda di benzina”.
Nota: Barani Krishnan utilizza una varietà di opinioni oltre alla sua per apportare diversità alla sua analisi di ogni mercato. Per neutralità, a volte presenta opinioni e variabili di mercato contrarie. Non ha una posizione su nessuna delle materie prime o asset di cui scrive.