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Petrolio: prezzi alle stelle cambieranno la produzione OPEC+? 3 cose da valutare

Pubblicato 27.01.2022, 12:26
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La versione originale di questo articolo, in inglese, è stata pubblicata il 27 gennaio 2022

L’OPEC+ si riunirà mercoledì prossimo, 2 febbraio, per valutare il mercato e decidere la politica di produzione per il mese di marzo. L’attuale status quo prevede che il gruppo aumenti la sua produzione totale di 400.000 barili al giorno per quel mese, proprio come sta facendo dall’estate del 2021.

Ma ci sono alcune nuove questioni che il gruppo dovrà considerare, che stanno avendo un impatto sul mercato. Ecco quali sono i tre aspetti più importanti che l’OPEC+ dovrà tenere in considerazione:

1. I prezzi del petrolio

Il prezzo del petrolio al momento è alto.

Grafico settimanale WTI

Ieri, il Brent ha raggiunto i 90 dollari al barile per la prima volta in sette anni. Anche il prezzo del WTI è salito, a quasi 88 dollari al barile ieri verso mezzogiorno. Ovviamente, i paesi OPEC+ apprezzano dei prezzi alti e non ci sono ancora segni che questi livelli contribuiranno ad un barcollamento dell’economia globale.

Tuttavia, alcuni membri dell’OPEC+, come l’Arabia Saudita, storicamente hanno cercato di allontanare l’OPEC da situazioni in cui i prezzi alti del petrolio potrebbero causare una contrazione economica e rallentare le vendite.

Il gruppo probabilmente valuterà se accusare i fondamentali o la speculazione per l’attuale rally del mercato. Se dovesse credere che sia la speculazione, piuttosto che le scorte e la domanda, a far salire i prezzi (il che è possibile) allora molto probabilmente manterrà l’attuale politica, anziché cambiare le cose.

2. Conflitto tra Russia ed Ucraina

La questione Russia-Ucraina continua a restare al centro dell’attenzione dei trader. I trader sembrano convinti che una potenziale invasione russa dell’Ucraina porterà ad uno scompenso sul mercato petrolifero e ad uno sconvolgimento delle forniture.

È uno dei motivi per cui stiamo vedendo dei prezzi così alti. Tuttavia, resta da vedere quanto sia probabile o meno un’invasione e se finirà davvero per sconvolgere così tanto il mercato. È probabile che, persino nell’eventualità di un’invasione e di conseguenti sanzioni contro l’industria energetica russa o le banche, i compratori di petrolio cinesi si faranno avanti per comprare il petrolio russo.

Ci sono inoltre motivi per credere che la Germania continuerà ad acquistare le forniture energetiche russe, visto che ha già chiesto un’esenzione da potenziali sanzioni future. L’andamento delle forniture potrà anche essere diverso, ma è difficile che l’OPEC+ trovi una ragione, a questo punto, per cambiare la sua politica a causa degli sviluppi in Europa.

3. La produzione OPEC+ resta indietro

I membri dell’OPEC+ non hanno di fatto prodotto rispettando l’attuale quota di 40,894 milioni di barili al giorno. E questo spinge a chiedersi se l’organizzazione debba continuare ad alzare le quote o almeno aspettare fino a quando i membri non si metteranno al passo con la produzione.

Le aspettative sembrano essere che l’OPEC+ continuerà ad alzare le quote di produzione, ma solo quei membri in grado di implementare questi incrementi lo faranno effettivamente. In realtà, il mercato non vedrà 400.000 barili al giorno di greggio in più da parte dell’OPEC+ a marzo. Tuttavia, fare un passo indietro rispetto agli incrementi mensili della quota scatenerebbe un indesiderato rialzo del prezzo del petrolio.

Il vertice dell’OPEC+ si svolgerà in videoconferenza il 2 febbraio e i membri dovrebbero raggiungere un accordo quel giorno. Inoltre, Saudi Aramco (SE:2222) dovrebbe annunciare i suoi prezzi di vendita ufficiali (OSP) per il mese di marzo dopo il vertice dell’OPEC+. È probabile che Aramco alzerà i prezzi per l’Asia, con molti altri produttori del Medioriente che ne seguiranno l’esempio.

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