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Picco dell'inflazione più vicino. E' il momento del risk off?

Pubblicato 17.10.2022, 08:46

"Nello sport si vince senza uccidere, in guerra si uccide senza vincere" (Shimon Peres)

La settimana sui mercati azionari che sta per iniziare sarà molto influenzata dalle trimestrali statunitensi e dalla riunione del leader dell’Unione Europea che inizia giovedì. Il flusso di notizie macro in Usa da monitorare è invece quello relativo all’occupazione, in particolare il dato sui sussidi diffuso giovedì unitamente alle vendite di abitazioni. Nel frattempo dagli annual meetings dell’Fmi che si sono tenuti a Washington alla fine della scorsa settimana, sono stati lanciati messaggi poco rassicuranti. Nel 2023 il mondo registrerà la crescita più bassa dal 2001, crisi finanziaria e pandemia escluse. Dal +6% del 2021 scenderemo al +2,7%. L’Italia nel 2022 crescerà del 3% ma nel 2023 il nostro Pil subirà una contrazione dello 0,2%, tra i peggiori d’Europa, rispetto al +0,7% della Francia e il +1,2% della Spagna. Il rapporto debito/Pil migliora rispetto ai livelli post pandemia (155%) ma resta il peggiore del mondo dopo il Giappone, e sopra il 140%. Il forte indebolimento della crescita italiana è dovuto ai prezzi dell’energia, per la forte dipendenza dal gas russo, la stretta monetaria dell’area euro e il conseguente calo della domanda. Da Washington applaudono però alla strada intrapresa dal Paese verso una transizione energetica e crescita sostenibile. Serve quindi tenere i conti pubblici in ordine perché indebitarsi non è più possibile, ma anche aiutare la fasce più deboli della popolazione, aumentare le tasse e tagliare i costi. Questa la ricetta dell’Fmi per uscire dalla crisi. Da capire se Il Governo italiano seguirà questi consigli o prenderà un'altra strada. La scelta avrà un forte impatto sullo spread e la performance di Piazza Affari.

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Il tetto è vicino

L’indice dei prezzi al consumo in Usa stenta a mollare la presa. Il dato core, ovvero al netto delle componenti più volatili, diffuso alla fine della scorsa settimana, è sui massimi da 40 anni. Ma si tratta di dati “vecchi” di circa 90 giorni che non riflettono i recenti ribassi delle materie prime come petrolio e gas. La prospettiva è che il picco sia vicino, e in occasione della prossima riunione della Fed a inizio novembre, si inizi ad assistere a un atteggiamento meno falco ovvero un rallentamento del ritmo dei rialzi. Probabile un incremento di 75 punti base, che potrebbe essere l’ultimo di questa portata. Nelle riunioni successive i rialzi dovrebbero essere tra i 50 e i 25 punti. Diverso il discorso per l’Europa dove la componente core dell’inflazione è più bassa, e un rialzo eccessivo dei tassi potrebbe causare una recessione profonda e duratura anziché tecnica, come prevedono al momento autorevoli uffici studi. Una mano per uscire dalla crisi potrebbe arrivare dagli investimenti nella lotta ai cambiamenti climatici. L’Fmi stima che siano necessari da 3 a 6mila miliardi all’anno, peccato che oggi siamo a livelli circa 10 volte inferiori. Un contesto che vedrebbe favorite diverse imprese italiane quotate su Euronext (EPA:ENX) Growth Milan e su cui Integrae SIM ha una copertura dell’ufficio studi.

Grazie Ben

La lotta delle autorità di politica monetaria contro l’inflazione funzionerà, le banche hanno bilanci solidi e l’attuale crisi non è per nulla paragonabile a quella finanziaria del 2008. Questo il commento di Ben Bernanke, premiato pochi giorni fa con i Nobel all’economia, il primo banchiere della storia ad ottenere il prestigioso riconoscimento. Bernanke è stato il Governatore della Fed, scelto da George W Bush, in carica tra il 2006 e il 2014, che prese misure senza precedenti per intervenire nel sistema finanziario e sostenere i principali istituti di credito. Per quelle mosse fu duramente criticato, così come non avere previsto la bolla immobiliare e il fallimento della Lehman Brothers. Le sue politiche non riuscirono a impedire una pesante recessione, ma molti gli attribuiscono il merito di avere salvato il mondo da una seconda Grande Depressione. Le sue scelte hanno rafforzato il sistema finanziario che oggi si presenta resiliente rispetto a fenomeni negativi di grande portata come il conflitto Ucraina-Russia e la lenta fuoriuscita dalla pandemia. Per questo pensiamo che le sue previsioni siano credibili e proiettino un futuro di stabilità e progresso per l’economia mondiale.

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Ultimi commenti

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Non so in America ma in Europa e Soprattutto in Italia, credo che ce ne vuole ancora per arrivare al picco dell'inflazione. Nelle ultime settimane vi è stata un'altra impennata del gasolio, con conseguente aumento dei trasporti e quindi dei beni. Il ribasso delle materie prime impiega mesi per influenzare i prezzi, anche con un'ulteriore riduzione dei prezzi delle materie prime credo che fino a Natale ci saranno altre mazzate sul fronte degli aumenti. Poi dopo con sfascio di consumi e imprese, forse i prezzi inizieranno a rallentare la loro corsa.
Quando scrivi “L’Fmi stima che siano necessari da 3 a 6mila miliardi all’anno” con riferimento alla sola Europa vorrei ricordare che per il NextGen EU sono stati stanziati “appena” 1.800 MLD da distribuire in 6 anni e che questi per la maggior parte sono “debito” a carico dello Stato percettore. Spiegatelo a quelli che sono convinti che la transizione “ecologica” si fà in 6 mesi
la transizione loro l hanno già fatta. hanno trasferito il cervello sulle ali del vento ed è stato fatto a pezzi dalle pale eoliche
risk off . all in . Maremma ladra...
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