L’aumento dei tassi d’interesse e la stagnazione dell’economia causano un indebolimento nella domanda di prestiti bancari. La crescita annuale della massa monetaria è ora negativa. Questo alimenta ulteriormente le aspettative di una debolezza dell’economia dell’eurozona nei prossimi trimestri, ma visto che gli effetti rimangono graduali, questo non dovrebbe costituire un problema per la BCE in vista della riunione di settembre.
La crescita annuale dei prestiti bancari continua a diminuire rapidamente. I prestiti bancari al settore privato sono cresciuti del 7,1% su base annua nel settembre dello scorso anno, ma sono scesi ad appena l’1,6% nel mese di luglio. La crescita è stata determinata da un forte calo dei prestiti al settore commerciale e da una costante tendenza al ribasso dei prestiti alle famiglie, soprattutto per i mutui. La crescita dei prestiti delle imprese non finanziarie è stata del 2,2% su base annua a luglio, mentre quella delle famiglie è stata solo dell’1,3%.
La crescita della moneta è crollata negli ultimi mesi a causa dell’indebolimento della domanda di prestiti e dell’avvio della stretta quantitativa da parte della BCE. Questo ha portato alla prima lettura negativa della crescita dell’aggregato monetario ampio (M3) a luglio, passando da una crescita dello 0,6% a un -0,4% su base annua. La crescita dell’aggregato monetario ristretto (M1) è scesa del -9,2% a luglio.
Nel complesso, gli sviluppi monetari mostrano un continuo indebolimento dei prestiti e una contrazione della massa monetaria. La tendenza rimane tuttavia piuttosto graduale. Ciò significa che l’impatto dell’aumento dei tassi sull’economia continua ad avvenire gradualmente e senza scosse. Tuttavia, non ci sono garanzie sull’ulteriore sviluppo di questa situazione e l’indebolimento dei prestiti si tradurrà in una riduzione degli investimenti. Con l’attività economica già in fase di stagnazione, la politica monetaria è destinata a contribuire a un contesto economico debole per i prossimi trimestri.
La prossima decisione sui tassi della BCE è prevista tra due settimane e mezzo e nel frattempo non ci sono molti dati chiave che possano influenzare la decisione del Consiglio direttivo. I dati di oggi mostrano che la politica monetaria continua ad avere un impatto significativo, ma graduale. Ciò significa che è improbabile che i dati siano in grado di cambiare le carte in tavola per il dibattito, senza dubbio acceso, che si svolgerà in seno al consiglio direttivo sulla necessità di un nuovo rialzo il mese prossimo.
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