Ci risiamo. Una tesi centrale per la nostra comprensione dei prezzi degli asset negli ultimi 12 anni è che la politica delle banche centrali è il fattore predominante. Fed e BCE hanno segnalato l’intenzione di sostenere il rischio con nuovi stimoli. I tagli del tasso di Fed e BCE arriveranno con tutta probabilità in estate. Ora il mercato sconta una probabilità del 50% di un taglio di 10 punti base del tasso di riferimento della Banca del Giappone (BoJ) entro la fine dell’anno.
Come previsto, il probabile allentamento della politica ha fatto scendere ulteriormente i premi di rischio, alimentando la propensione al rischio. Le borse hanno compiuto un rally sulla scia delle banche centrali colombe (fatta eccezione per la Norges Bank). Alcuni sono rimasti perplessi per la mancanza di reazioni del mercato all’intensificarsi delle tensioni fra USA e Iran. Gli investitori hanno trascurato la notizia del drone della marina statunitense abbattuto dall’Iran nello spazio aereo internazionale. I prezzi del greggio sono saliti marginalmente con l’aumentare dei rischi in un corridoio del Golfo critico per le forniture di petrolio.
Ma la reazione tiepida è legata direttamente all’allentamento delle banche centrali che distorce il costo del rischio. Con il calo dei rendimenti globali, gli investitori vanno a caccia di profitti senza badare al rischio. È sufficiente osservare l’andamento dell’SMI. La posizione invidiabile, con dividenti solidi e denominazione in CHF, ha fatto salire l’indice azionario ai massimi storici. I trader non si lasciano distrarre dalle notizie e rimangono concentrati sulla politica delle banche centrali.
Altrove, la domanda di CHF e di asset in CHF ha fatto scendere l’EUR/CHF sotto quota 1,11. Secondo il presidente della BNS Jordon e i membri del consiglio direttivo, la banca centrale svizzera è pronta a intervenire sui mercati valutari per tenere a freno il caro-franco. Dove si nascondono? In qualche modo, la BNS si trova di fronte a uno scenario simile a quello del gennaio 2015. La BCE adotterà tassi ancor più negativi, quindi il capitale fuggirà verso la Svizzera. Ma, poiché il bilancio è già gonfiato, non è chiaro quanta potenza di fuoco abbia la BNS. I trader hanno ricordi dolorosi del balletto con la BNS e si muoveranno in punta di piedi in questa regione.