Allarme utili Q3: ecco i titoli più sopravvalutati in questo momentoVedi i sopravvalutati

Protezione fino al -60% e flusso annuo del 10,40% con un certificato sui bancari

Pubblicato 21.10.2024, 23:56
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Il certificato di BNP Paribas con ISIN XS2866943900 su BPM, Unicredit (BIT:CRDI) ed MPS prevede l’erogazione di una cedola trimestrale del 2,60% per un flusso cedolare annuo del 10,40%, a condizione che nessuno dei tre sottostanti perda più del 60% dai valori iniziali, condizione valida anche per il rimborso del nominale alla scadenza.

Con i mercati vicini ai loro massimi storici o di periodo, investire in certificati, anziché nei titoli sottostanti, permette di generare un flusso cedolare, e quindi un rendimento positivo, anche in caso di lateralità o moderata discesa dei listini azionari.

Emesso il 7 ottobre, il certificato è acquistabile sulla pari a 100,00€ con la sola MPS leggermente sotto strike, per la precisione a -1,20%, con Unicredit e BPM rispettivamente a +1 e +2%.

Il certificato presenta, come la maggior parte dei cash collect attualmente quotati, l’effetto memoria sulle cedole, come fattore di ulteriore protezione. Tale effetto si attiva se ad una delle date di osservazione trimestrali uno o più sottostanti scendono al di sotto del livello barriera, ovvero in questo caso perdono più del 60% dai prezzi attuali. La cedola non verrebbe erogata, essendo per l’appunto al di sotto del livello barriera, ma non sarebbe persa, bensì accantonata “in memoria” e pagata successivamente alla prima osservazione utile nella quale tutti i sottostanti abbiano recuperato almeno il livello barriera.

LA SITUAZIONE DEL MERCATO
Nonostante la Banca Centrale Europea abbia avviato a giugno il suo percorso di taglio dei tassi, con tre tagli da 25 punti base, gli istituti bancari europei, e quelli italiani in particolare, non sembrano per il momento averne risentito, con le quotazioni che rimangono vicine ai massimi di periodo. Le trimestrali in arrivo faranno chiarezza sulle aspettative e sugli impatti che gli istituti si attendono per i prossimi trimestre ma mai come oggi le banche tricolori sono solide.

BANCO BPM (BIT:BAMI)
Negli ultimi sei mesi il titolo si è mosso all’interno di un trading range compreso tra 5,70 e 6,70€, con il massimo relativo toccato a maggio a 6,768€. Tra i grandi istituti nazionali è l’unica ad essersi momentaneamente defilata dalle voci di possibili M&A, puntando invece sul consolidamento interno. Il prezzo di strike si trova a 6,164€, circa il 10% sotto ai massimi di maggio, mentre la barriera è posta a 2,4656€, su un livello che tra il 2022 e il 2023 ha sostenuto il prezzo in diverse occasioni.

Andamento Banco BPM; fonte Investing.com

UNICREDIT
Le voci su una possibile acquisizione di Commerzbank (ETR:CBKG) si sono momentaneamente affievolite ma il management continua a lavorare sotto traccia in questa direzione per fare dell’istituto di Piazza Gae Aulenti uno dei principali gruppi bancari europei. Il titolo nel frattempo ha superato lo scoglio dei 40€ di quotazione, ma periodicamente arrivano revisioni al rialzo dei target price da parte di banche d’affari e analisti. Il prezzo di strike è posto a 40,08€, poco sotto ai prezzi attuali, mentre la barriera di protezione si trova a 16,032€, livello che ha respinto le quotazioni al ribasso nel 2022 e che da resistenza è diventato supporto a marzo 2023, prima delle definitiva impennata delle quotazioni.

Andamento Unicredit; fonte Investing.com

MONTE DEI PASCHI DI SIENA (BIT:BMPS)
Il percorso di ritrutturazione dell’istituto senese continua a dare i suoi frutti, evidenti sia in termini di bilancio, con fatturato e utili in forte crescita rispetto ai trimestri precedenti, e una quotazione in borsa che ne riflette la buona salute. Ora MPS inizia ad essere appetibile ed iniziano ad affacciarsi le prime proposte di M&A. Il prezzo di strike è posto a 5,34€, mentre il livello barriera si trova a 2,136€, poco al di sopra dei minimi storici registrati a fine 2022.

Andamento MPS; fonte Investing.com

PROTEZIONE E RENDIMENTO
Tutti e tre i sottostanti presentano livelli barriera e quindi di protezione molto profondi e questo è il fattore più importante in un certificato in quanto ci fa capire fino a dove il nostro capitale nominale e il flusso cedolare sono garantiti dall’emittente. Fino a che nessuno dei sottostanti scende sotto a tali livelli, infatti, il certificato paga una cedola trimestrale del 2,60% con un flusso cedolare annuo del 10,40%. Come già anticipato le cedole prevedono l’effetto memoria, quindi nel caso in cui uno dei tre titoli si trovi al di sotto del -60% alla data di osservazione, la cedola non viene pagata ma accantonata in memoria. Sarà sufficiente che entro la scadenza (anche eventualmente il giorno stesso della scadenza) il titolo worst of risalga al di sopra di tale livello per vedere erogate tutte le cedole precedentemente accantonate.

DURATA E POSSIBILE SCADENZA ANTICIPATA
La scadenza naturale del certificato è prevista per l’11 ottobre 2028, con una durata di quattro anni, ma già da ottobre 2025 sarà prevista la possibilità di richiamo anticipato da parte dell’emittente. Dall’osservazione cedolare del 13 ottobre, qualora tutti e tre i titoli si trovino al di sopra del loro valore iniziale, il prezzo di strike, il certificato scade anticipatamente rimborsando il valore nominale di 100€ e pagando la cedola trimestrale del 2,60%. Dato l’acquisto ad oggi sulla pari, in caso di richiamo alla prima osservazione di ottobre si avrebbe il rimborso a 100€ più l’erogazione di 4 cedole trimestrale del 2,60%, per un rendimento del 10,40%. Qualora anche solo uno dei titoli fosse sotto al livello iniziale, lo stesso meccanismo si ripeterà all’osservazione mensile successiva, con il livello di autocall che rimane al 100% per tutte le osservazioni precedenti a quella della scadenza.

SCENARI A SCADENZA
Qualora non avvenisse l’autocall prima della naturale scadenza, ad ottobre 2028 si avranno due scenari:
- il rimborso al nominale di 100€ a certificato qualora nessuno dei sottostanti si trovi in quel momento in ribasso di oltre il 60% dai prezzi iniziali. In questo caso il rendimento sarà pari alla somma delle 16 cedole trimestrali del 2,6% incassate durante la vita del prodotto, per un totale del 41,60%, mentre dato l’acquisto sulla pari non vi sarà plusvalenza da capital gain. Va sempre ricordato che i certificati generano redditi diversi e in caso di minusvalenze presenti in portafoglio queste cedole permetterebbero di andarle a compensare, ottenendo quindi l’esenzione dal pagamento del capital gain fino alla completa copertura delle minus pregresse.
- rimborso in misura proporzionale rispetto alla performance negativa del worst of qualora almeno uno dei tre titoli si trovi sotto alla barriera di protezione. Se ad esempio Unicredit dovesse scendere del 63% rispetto ai prezzi di strike, il certificato rimborserebbe 37€ su un nominale di 100€, anche se a tale valore andrebbero comunque sommate le cedole incassate nel corso della vita del prodotto.

RIEPILOGO
Il settore bancario è uno dei settori che ha corso di più negli ultimi due anni, soprattutto se guardiamo al mercato italiano. Lo spazio di salita potrebbe non essere ancora così ampio, ma allo stesso tempo tutti gli istituti del nostro paese hanno consolidato il loro business, al punto tale da essere protagoniste del risiko bancario europeo.
Personalmente credo che il certificato appena analizzato, il XS2866943900 possa essere una buona soluzione per investire nel settore bancario, beneficiando di un ottimo flusso cedolare, anche in caso di lateralità o correzione da parte dei mercati o del settore nello specifico. Correzione che potrebbe essere anche marcata, ma la barriera al -60% dai prezzi attuali lascia sufficiente margine di protezione. Ricordiamo infatti che, se nessuno dei sottostanti perde oltre il 60% dai prezzi attuali, viene erogato un flusso trimestrale del 2,60% per un rendimento annuo del 10,40%.
In questo caso è sicuramente la barriera profonda la caratteristica principale del prodotto in quanto solitamente si vedono barriere al -40% o al -50%, ma raramente si trovano al -60% come in questo caso.

Va infine specificato che investire in certificati espone al rischio di fallimento dell’emittente e al rischio di azzeramento del sottostante, casi che possono provocare la perdita dell’intero investimento. In questo caso l’emittente è BNP Paribas che presenta un rating Aa3 (Moody’s), sinonimo di solidità dell'emittente. Il basket è composto da tre delle principali banche del nostro paese, motivo per cui il rischio azzeramento del sottostante è limitato.

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