Trend weekly ribassista dal 04.05.2014
Trend daily ribasissta dal 08.05.2014
Dal punto di vista macroeconomico, la settimana appena trascorsa è stata caratterizzata da una prima parte molto tranquilla ed un seconda decisamente molto volatile. Fino a mercoledì, infatti, ci sono stato pochi dati che hanno condizionato i mercati; poi da giovedì lo scenario è cambiato, l’attenzione degli addetti ai lavori si è focalizzata sul meeting della BCE, tenutosi eccezionalmente a Napoli per la prima volta in assoluto, dove il numero uno della banca centrale europea, ha confermato sia i tassi di interessi allo 0,05% che l’inizio del piano biennale di acquisto di titoli di debito detenuti dal sistema bancario (ABS). In realtà le parole di Draghi hanno deluso le aspettative degli investitori, in quanto il presidente della BCE si è limitato solo a delineare, dal punto di vista tecnico, le operazioni riguardanti gli acquisti di ABS ABS (Asset Backed Security) e Covered Bond, senza però soffermarsi sull’ammontare totale degli acquisti di asset, come invece è stato fatto dalla Federal Reserve e dalla Bank of Japan. Molto probabilmente, la scelta di non rilasciare maggiori indicazioni in merito, è dipeso dalla facoltà da parte del numero uno della BCE, di lasciarsi la libertà di decidere arbitrariamente sulla base dell’evoluzione del mercato. Scetticismo da parte degli addetti ai lavori, anche sulla durata biennale di tali operazioni, con acquisti molto graduali spalmati su un orizzonte temporale molto lungo; tali misure avranno sicuramente un impatto non immediato sull’economia reale, e il loro successo sarà legato all’esito delle prossime TLTRO. Inoltre, le aspettative sull’inflazione continuano ad essere preoccupanti e ci si attendono valori nel breve periodo ancora sotto pressione, per poi tornare vicino al 2% nel lungo periodo. Sempre dal punto di vista macroeconomico, l’ottava si è conclusa con gli ottimi dati relativi al mercato del lavoro statunitense. Il tasso di disoccupazione è scivolato a settembre sotto la soglia del 6%, passando al 5,9% rispetto al 6,1% di agosto, mentre nei settori non agricoli (non farm payrolls) sono stati creati 248 mila nuovi posti di lavoro, oltre le +215 mila unità stimate dagli analisti. I dati positivi del mercato del lavoro statunitense avvicinano il primo rialzo dei tassi da parte della Fed che potrebbe materializzarsi già nella prima parte del 2015. Dal punto di vista tecnico – grafico, le news positive provenienti dagli Stati Uniti, hanno rafforzato ulteriormente il green back nei confronti delle valute maggiormente tradate; in particolare nei confronti della moneta unica, la major è scivolata fino al minimo, sia giornaliero che settimanale, di 1,2500, livello toccato l’ultima volta nel settembre del 2012. Ovviamente, se tale livello psicologico viene superato, nel lungo periodo si prevede un ulteriore discesa di altri 500 punti fino ad 1,2000, entro la fine dell’anno. Inoltre, nelle prossime sedute, prestiamo molta attenzione al weekly chart, in quanto siamo al test di un’importante “Key Area” tra 1,2450 ed 1,2550, dove in passato è stata oggetto di forti reazioni. Mentre dal punto di vista intraday, su indicazione della morubozu di venerdì, anche per le sedute della prossima settimana molto probabilmente avremo ulteriori perdite di valore della moneta unica nei confronti del dollaro americano. A questo punto consiglio di entrare a mercato, non appena si ha la possibilità, in direzione del trend di fondo subito dopo un momento di riflessione rialzista seppure di piccola entità, anche su un time frame inferiore rispetto a quello daily.