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Regno Unito in crisi, investitori abbandonano sterlina e Gilt

Pubblicato 28.09.2022, 11:00
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  • La Banca d’Inghilterra non riesce a rassicurare gli investitori con un aumento dei tassi di emergenza
  • I rendimenti dei bond schizzano, si parla di uno storico bearish market
  • Banca del Giappone in controtendenza, ma il calo dello yen richiede un intervento
  • Il Regno Unito è caduto in una vera e propria crisi finanziaria dopo l’annuncio del governo, venerdì, di un taglio delle tasse e di un aumento del debito, mentre la banca centrale procede con la vendita del suo portafoglio di bond governativi.

    La sterlina corre verso la parità col dollaro e i rendimenti dei bond governativi britannici sono alle stelle, la Banca d’Inghilterra lunedì non è riuscita a rassicurare gli investitori con un aumento dei tassi di emergenza, promettendo solo di considerare la questione al prossimo vertice di politica monetaria a novembre.

    Gli investitori globali hanno colpito il governo del Primo Ministro Liz Truss e il suo ministro delle finanze, Kwasi Kwarteng, con un enorme selloff della valuta e dei gilt, il nome con cui sono conosciuti i bond governativi britannici.

    Ricordiamoci che nessuno ha eletto queste persone. In base al sistema parlamentare britannico, il nuovo primo ministro è stato scelto da meno di 200.000 membri del partito Conservatore, dopo le dimissioni del premier Boris Johnson per lo scandalo delle feste tenute durante il lockdown.

    Truss a sua volta ha scelto uno storico di economia, membro del parlamento dal 2010 e del gabinetto di Johnson, per lanciare uno stimolo fiscale proprio quando l’economia del paese, insieme al resto d’Europa, è ad un passo dalla recessione.

    Il Governatore della Banca d’Inghilterra Andrew Bailey evidentemente non era incline ad aiutare.

    La crisi nel Regno Unito ha eclissato la prevista vittoria di un partito di estrema destra nelle elezioni anticipate di domenica in Italia. Giorgia Meloni, il cui partito, Fratelli d’Italia, affonda le sue radici nel fascismo italiano, è destinata a diventare il primo ministro donna del paese, promettendo di seguire un percorso moderato.

    I rendimenti dei bond governativi italiani a 10 anni sono saliti a quasi il 4,7% sulla scia del voto, da appena il 4,3% di venerdì. Ma il rendimento dei gilt a 10 anni è salito a quasi il 4,3% lunedì, dopo aver segnato oltre 3,8% venerdì, rispetto a meno del 3,4% di giovedì, prima del disastroso “mini-budget” annunciato il giorno dopo.

    La situazione nel Regno Unito, dove si prevedeva già che l’inflazione arrivasse a doppia cifra e ora non farà che peggiorare col tonfo della valuta, fa sembrare meno cupo il quadro nel resto d’Europa.

    La Presidente della Banca Centrale Europe Christine Lagarde, tuttavia, lunedì ha avvertito nuovamente che la banca alzerà i tassi di interesse più volte nei prossimi vertici, per raffreddare la domanda e “proteggere dal rischio di un persistente rialzo delle aspettative sull’inflazione”.

    Bank of America prospetta già che il mondo stia entrando nel suo terzo storico bearish market dei bond, dopo il periodo 1899-1920 e 1946-1981. Un esperto di strategie dei mercati francese stima che i portafogli bond abbiano già perso il 20% del valore dal picco.

    La Banca del Giappone, intanto, si rifiuta di seguire l’esempio delle controparti nella corsa all’aumento dei tassi e il Governatore, Haruhiko Kuroda, la scorsa settimana ha annunciato che si atterrà alla sua politica di mantenere i rendimenti dei bond a breve termine a -0,1% e i rendimenti decennali intorno allo zero. 

    Lo yen giapponese ha perso quasi il 30% del suo valore contro il dollaro da inizio 2021 e continua a scendere. La banca centrale è dovuta intervenire sui mercati monetari la scorsa settimana per la prima volta in oltre due decenni, per frenare il calo della valuta.

    La Fed si attiene al piano di continuare ad alzare aggressivamente i tassi fino a quando l’inflazione non sarà scesa in modo convincente. La nuova Presidente della Fed di Boston, Susan Collins, nel suo primo discorso di lunedì ha dichiarato che ci sono segni che gli aumenti dei prezzi dovuti ai problemi delle filiere cominciano a ridursi, ma che la Fed dovrà continuare col piano per riportare l’inflazione all’obiettivo del 2%.

    Collins è membro votante del Federal Open Market Committee quest’anno. Il suo discorso, piuttosto prudente (ha affermato che ci sono ancora buone probabilità di evitare un atterraggio brusco per l’economia statunitense), tuttavia rispecchia la determinazione della Fed nel piegare l’inflazione.

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