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Rialzisti o ribassisti nel 2024? Visioniamo dati e sentiment!

Pubblicato 11.12.2023, 09:01
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Siamo in quel periodo dell'anno in cui si "usano" le sfere di cristallo e si fissano i target dell'indice S&P500 per il 2024. E come spesso accade le previsioni alla fine sono fuori dalla visione reale e quindi piuttosto sbagliate.

Ad esempio, Goldman Sachs (NYSE:GS) ha sbagliato negli anni più "importanti", in particolare nel 2000 e nel 2008. Ricordo che in linea con il loro atteggiamento "ottimista", gli analisti hanno sbagliato la previsione dell'S&P 500 degli ultimi due anni: Prima target più che positivo a 5100 per la fine del 2022 mentre hanno suggerito che il 2023 sarebbe stato un anno transitorio, con un target basso a 4000 punti. Naturalmente la realtà è nettamente diversa.

Il "gioco" dei target, perchè di questo si tratta visto che le previsioni sono difficili nella migliore delle ipotesi e impossibili nella peggiore, è ormai una tradizione annuale degli analisti. E allora, ecco lo prime indicazioni sul 2024, nettamente ottimiste.


Il prossimo anno come sarà? la realtà è che nessuno ha la più pallida idea, come giusto che sia, ma possiamo fare ipotesi plausibili sui dati che abbiamo a nostra disposizione. Può dare un'idea studiare i rendimenti storici del mercato azionario, certo non ci aiuterà a prevedere il futuro ma ci aiuta a comprendere meglio l'andamento in determinate condizioni o target raggiunti.

Dal 1928 ad oggi, ci sono stati 34 anni in cui l'S&P500 ha registrato un rialzo del 20% o più mentre se vediamo i ribassi totali, gli anni si riducono a 26. Ciò significa che il mercato azionario ha registarto forti rialzi (+20%) con una percentuale superiore al 30% rispetto ai ribassi, e la perdita media è stata di circa il 13% (negli anni ribassisti). Ma andando più nello specifico, nel caso in cui l'S&P500 chiudesse il 2023 con un +20% o superiore, vediamo come si è comportato l'azionario (storicamente) l'anno dopo:


Performance azionario dopo +20% o più

Nei 34 anni di rialzi del 20% o più, il mercato azionario ha registrato performance positive anche nei successivi 22 anni (65%) mentre è andato al ribasso nei successivi 12 anni (35%) ed il rendimento medio dell'anno successivo complessivo (nei 34 anni) è stato dell'8,9%. Inoltre, prendendo solo gli anni successivi positivi il rendimento medio è stato del +18,8% mentre nei soli anni negativi il ribasso medio è stato del -9,1%. Infine ci sono stati solo 2 anni con ribassi a doppia cifra, il 1937 e il 2022.

Attualmente l'S&P500 è vicino al +20%, Vedremo se il rally di Babbo Natale arriverà o meno.

Intanto, come ben sappiamo, quest'anno i ritardatari del 2022 sono diventati i nuovi leader ma nelle ultime settimane le cose stanno cambiando, stiamo assistendo ad un'inversione sui titoli industriali, finanziari e sulle small cap.


Guardando il grafico le forti tendenze di oltre un'anno stanno cambiando, e questa potrebbe essere la "partecipazione" di cui il mercato ha bisogno per alimentare il rally del nuovo anno. A confermare la tendenza, secondo i dati di Goldman Sachs, nelle ultime settimane gli hedge fund stanno vendendo i Magnifici 7 spostandosi su altri titoli:Posizioni di vendita Hedge fund

Non solo, gli 80 titoli che rappresentano il 16% dell'S&P500 hanno registrato massimi di 52 settimane e questo è un ulteriore segnale rialzista poiché più azioni (al di fuori dei Magnifici 7) accompagnano la "salita" meglio è sostenuto nel lungo periodo il rialzo. Di conseguenza i 493 titoli che compongono l’S&P 500 potrebbero contribuire a spingere il rally verso nuovi massimi storici.


24% dei titoli vicino ai suoi massimi storici

Infatti, secondo BofA, solo il 24% dei titoli si trova vicino ai suoi massimi storici (-10%) e questo rappresenta un valore inferiore alla media storica del 28% e ai precedenti picchi dell'indice. Quindi, rappresenta una chiaro segnale che non siamo vicini a nessun picco dell'S&P500 e che potrebbero esserci ancora significativi rialzi nei prossimi mesi.

La cosa migliore che ogni investitore può fare è prepararsi e pianificare una strategia, per evitare che i movimenti a breve termine del mercato influenzino le scelte future.

Alla prossima!

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