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Riforma fiscale nelle mani di Trump, ma quando firmerà? L'equity corregge

Pubblicato 21.12.2017, 10:51
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Buongiorno ai Lettori di Investing.com.

La riforma fiscale ha ricevuto il definitivo benestare del Congresso americano ed ora è nelle mani di Trump. Quel che non sappiamo è quando il Presidente procederà con la firma, non a caso il pomeriggio di ieri ha registrato un’indiscrezione proveniente da fonti vicine alla Casa Bianca secondo le quali la firma potrebbe slittare a gennaio. La reazione dei mercati è stata immediata, violenta, con un forte ribasso dell’equity che ha trascinato con sé anche gran parte dei listini europei. Qualcuno inizia a chiedersi se l’assunto “buy on rumors sell on news” non stia già entrando in azione, per intenderci il costante rialzo dell’azionario sulle aspettative fiscali potrebbe terminare ora che il risultato è stato ottenuto. Vedremo…

Nel frattempo registriamo un rialzo del rendimento dell’obbligazionario americano: il 10 anni non solo ha superato il 2,40%, un duro ostacolo nelle ultime settimana, ma ha anche scavalcato il massimo di ottobre al 2,48% e siamo su livelli che non si vedevano dallo scorso marzo. Ma non è bastato a far si che il Dollaro trovasse la spinta giusta al rialzo, questo perché anche i rendimenti di altre importante obbligazioni come Bunds e Gilts hanno registrato incrementi sostenendo in tal modo Euro e Pound. Il solo cambio dove è possibile assistere a un apprezzamento importante è USD/JPY, incentivata anche dalle continue previsioni accomodanti della Banca del Giappone.

Sul fronte materie prime vediamo un oro tonico, in grado di sfruttare l’apprezzamento dell’obbligazionario. Forse è anche il risultato delle preoccupazioni sull'esito delle elezioni catalane che si terranno nella giornata odierna. Il risultato delle elezioni regionali determinerà la composizione del governo della Catalogna e potrebbe riaccendere il dibattito sull'indipendenza.

Wall Street chiudeva la giornata di ieri al ribasso, segnaliamo l’SP 500 -0.1% a 2679 punti con conseguenze anche sugli asiatici ed in particolare sul Nikkei che perdeva lo 0.1%. I listini europei, dopo le perdite del pomeriggio-sera di mercoledì, appaiono deboli anche in apertura.

Gli investitori avranno sicuramente tenuto d'occhio il dato sull'indebitamento netto del settore pubblico nel Regno Unito, ma l’attenzione sarà tutta rivolta alla lettura finale del PIL del terzo trimestre degli Stati Uniti. Il dato verrà rilasciato alle 14:30 e non dovrebbe mostrare variazioni rispetto al preliminare, quindi il 3,3%. Interessante anche la produzione della Fed di Philly, sempre alle 14:30, che dovrebbe scendere leggermente a +21,5 dal +22,7 del mese scorso. Le richieste di disoccupazione settimanali potrebbero salire leggermente a 232.000 (da 225.000 della settimana scorsa). Infine alle ore 16 la fiducia dei consumatori della zona euro è attesa in lieve calo: +0.0 dal +0.1 del mese scorso (dopo essere tornata positiva per la prima volta dal gennaio 2001).

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