Lunedì le borse mondiali hanno accusato un calo generalizzato: gli investitori attendono, infatti, i dettagli dei dazi USA su merci importate dalla Cina per un valore pari a $300 miliardi. Le piazze europee hanno seguito la scia dell’Asia, con il DAX tedesco sceso dello 0,80%, a un nuovo minimo mensile. Anche Wall Street è crollata, i future front-month sull’S&P 500 cedono più dell’1,30%, a 2.845 punti. In Svizzera, l’SMI ha perso lo 0,60%, toccando i 9.380 punti, minimo dal 15 aprile.
Sul mercato forex, lo yen giapponese, il franco svizzero e il biglietto verde hanno tratto beneficio dal deterioramento della propensione al rischio. Il franco svizzero ha continuato ad apprezzarsi contro il dollaro e l’USD/CHF sta scivolando verso la parità. Nelle ultime tre settimane, il franco svizzero si è apprezzato più dell’1,40% contro il dollaro. Analogamente, l’USD/JPY sta testando di nuovo il supporto a 109,50, per la terza volta dall’inizio di febbraio. A sorpresa, il metallo giallo sta facendo fatica ad apprezzarsi nonostante l’aumento dell’incertezza. Lunedì mattina il prezzo di un’oncia d’oro è sceso a 1.283,60, in calo dello 0,20% durante la seduta.
Questa settimana sarà un campo minato per gli investitori, che rimangono in balia dei tweet casuali di Donald Trump. Sembra che Cina e USA ora stiano cercando di rassicurare la comunità internazionale sul fatto che stanno ancora lavorando a un accordo. Evidentemente, però, è chiaro che non si fidano l’uno dell’altro ed è arduo raggiungere un accordo quando manca la fiducia. È difficile dire se un accordo è fattibile o se la relazione sino-cinese è destinata a fallire. Nel frattempo, le condizioni di mercato rimangono incostanti e vaghe.