Ieri l’azionario e i titoli di Stato hanno subito un’ondata di vendite, per quanto circoscritta, dopo che la BCE ha mantenuto invariata la sua politica, mentre il mercato si aspettava che Mario Draghi avrebbe annunciato una proroga del programma di allentamento quantitativo fino a settembre 2017.
L’istituzione europea ha mantenuto invariati i tre tassi di riferimento (il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali allo 0%, il tasso sui depositi presso la banca centrale al -0,4% e il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale allo 0,25%), lasciando inalterato anche l’obiettivo degli acquisti di asset a 80 miliardi di euro.
Durante la conferenza stampa l’EUR/USD ha oscillato notevolmente, toccando quota 1,1327 prima di riscendere intorno a 1,1241 e poi risalire lentamente verso 1,13 durante la seduta asiatica.
Sull’onda dell’annuncio della decisione, il Bund tedesco a 2 anni, sensibile alla politica monetaria, ha guadagnato 4 punti base, salendo al -0,64%, i rendimenti dei decennali sono saliti di 8 punti base, al -0,04%, rimanendo comunque sotto la media mobile a 200 giorni, che attualmente si aggira intorno allo 0,1760%. Ieri quasi tutte le borse europee hanno battuto in ritirata, con il DAX tedesco a -0,72% e il CAC 40 francese a +0,34%.
Come sempre quando il rally dell’azionario mostra segnali di rallentamento, gli investitori si sono orientati sullo yen giapponese.
L’USD/JPY ha fatto registrare l’andamento peggiore nel comparto G10, cedendo lo 0,30% a Tokyo e stornando parzialmente i guadagni di ieri. Prevediamo che la coppia di valute continuerà a cedere terreno, perché il mercato ha già capito che la BoJ non riuscirà a far indebolire lo yen, e che, dall’altra parte del Pacifico, la Federal Reserve non interverrà alla riunione di settembre.
Al ribasso, l’area principale di supporto giace intorno a 99-100, al rialzo la resistenza più vicina si osserva a 104,32 (massimo 2 settembre).
In Asia, gli operatori hanno seguito l’esempio negativo di Europa e Stati Uniti, vendendo le posizioni lunghe sull’azionario.
Gli operatori hanno risparmiato i titoli giapponesi; il Nikkei, infatti, ha chiuso quasi invariato rispetto alla chiusura di ieri; ciò nonostante, ad eccezione di Hong Kong (+1,25%), le altre borse regionali asiatiche hanno chiuso in notevole ribasso. In Europa, le azioni sembrano destinate ad aprire in territorio negativo perché gli operatori sono restii ad andare contro corrente prima del fine-settimana.
Oggi gli operatori monitoreranno la produzione industriale in Spagna; la produzione industriale e manifatturiera in Francia; la bilancia delle partite correnti in Turchia; il rapporto sull’inflazione in Norvegia e Brasile; il tasso di disoccupazione in Canada.