Aprile è alle spalle. Dopo il peggior mese da settembre 2023 dell'S&P 500 in cui ha registrato il primo calo da ottobre, seguito dal Nasdaq che ha avuto un calo di oltre il 4% interrompendo la sua serie positiva di 5 mesi. I mercati scontano una probabilità del 42% di "nessun" taglio dei tassi nel 2024.
Approfondiamo.
La prima settimana di maggio si è conclusa in modo positivo per la maggior parte del mercato azionario, dopo un rapporto sull'occupazione più debole del previsto. Ma non solo, anche dopo le parole di Powell, il presidente della Fed: "È improbabile che la prossima mossa politica sarà un aumento".
Quindi, quando arriverà il taglio dei tassi?
Basta guardare i rendimenti a 6 mesi. Infatti, secondo questa relazione il mercato obbligazionario evidenzia che il taglio dei tassi arriverà fra 6 mesi. Nel caso in cui il mercato obbligazionario invece prevedesse tagli dei tassi entro i prossimi 6 mesi, il rendimento dei titoli del Tesoro a 6 mesi sarebbe inferiore di almeno lo 0,25% al Funds rate.
Ma non è così. Significa che la riunione del FOMC di dicembre è la prima in cui potremmo vedere dei tagli. Al momento mi aspetto solo un taglio dei tassi dello 0,25% nel 2024, previsto per dicembre.
L'indicatore di Investing.com sulle aspettative dei tassi e sulla politica monetaria della Fed mostra a dicembre, rispetto ai mesi che lo precedono, una percentuale maggiore di un taglio.
Inoltre, la Fed si sta concentrando sempre più sulla stabilità dei prezzi e sulla massima occupazione (mercato del lavoro).
Su quest'ultimo punto, possiamo notare come il continuo calo delle opportunità di lavoro non agricole, scese ai livelli più bassi da febbraio 2021 raggiungendo 8.488 milioni, ha una chiara correlazione con le dinamiche dell'inflazione, nello specifico con l'inflazione Core PCE su base annua
Questi due parametri indicano che il mercato del lavoro si sta indebolendo (il tasso di disoccupazione è salito al 3,9%), le previsioni di crescita del del reddito aggregato stanno rallentando (la crescita dei salari in calo al +3,9% anno/anno) e le pressioni inflazionistiche faranno di conseguenza nei prossimi mesi.
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La situazione diventerà ancora più interessante se il dollaro USA seguirà il calo del greggio e la rottura della trend line.
Il petrolio e il dollaro hanno creato una sincronia ormai da alcuni anni, principalmente dovuta alla correlazione positiva tra quest'ultimo e i tassi di interesse. Di conseguenza un calo generale di questi due asset potrebbe essere un ulteriore segnale di flessone dell'inflazione.
Questo potrebbe dare nuova linfa ad una sovraperformance del titoli tech rispetto agli energetici
Il settore tecnologico sta trovando supporto rispetto all'energia, su un precedente livello di resistenza. Potremmo definire questa situazione come una reazione in cui la domanda supera la quantità di offerta (Polarità). Poiché c'è la presenza di una pressione d'acquisto che supera quella di vendita: il risultato è stato una pausa del calo e una possibile ripresa del trend rialzista.
Alla prossima!
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"Quest'articolo è stato scritto a titolo esclusivamente informativo; non costituisce sollecitazione, offerta, consigli, consulenza o raccomandazione all'investimento in quanto tale non vuole incentivare in nessun modo l'acquisto di assets. Ricordo che qualsiasi tipo di asset, viene valutato da più punti di vista ed è altamente rischioso e pertanto, ogni decisione di investimento e il relativo rischio rimangono a carico dell'investitore".