Dopo i tagli OPEC, 3 fattori in gioco per la domanda estiva di greggio

Pubblicato 01.06.2017, 15:04
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

Con l’arrivo di giugno, diamo un’occhiata ai livelli del prezzo del greggio in vista dell’estate 2017. Il vertice del 25 maggio tra i paesi OPEC e non-OPEC si è concluso esattamente come previsto. I produttori hanno deciso di estendere gli attuali limiti alla produzione per altri 9 mesi. In teoria, i tagli combinati di 1,8 milioni di barili al giorno proseguiranno fino alla fine del marzo 2018.

Per molti, compresi i membri dell’OPEC, è stata una sorpresa che i prezzi del greggio siano crollati nella giornata del vertice, con il greggio USA che alla fine si è attestato a 48,90 dollari, con un crollo del 5%. È stato evidente che i mercati speravano in maggiori tagli da parte dell’OPEC e che ci contavano, sebbene l’idea della proroga di 9 mesi fosse stata annunciata da un po’. Le posizioni lunghe sul mercato hanno visto un overshooting.

Ora che l’OPEC ha preso la sua decisione in merito alle scorte, i mercati si chiedono come sarà la domanda estiva. Di seguito, tre importanti fattori che potrebbero influenzare il mercato del greggio quest’estate.

1. La domanda USA

Di solito la domanda di benzina aumenta nel weekend del Memorial Day negli Stati Uniti. È previsto un aumento del 2,7% delle uscite in auto superiori a 50 miglia. Anche il traffico aereo dovrebbe aumentare quest’estate. Un incremento significativo della domanda di benzina negli Stati Uniti nel periodo estivo potrebbe comportare una riduzione delle scorte di greggio statunitensi pari a 10 milioni di barili la settimana (anche se le stime più moderate ne prevedono 3-4 milioni). Le raffinerie statunitensi hanno lavorato più greggio nelle due settimane precedenti il Memorial Day quest’anno rispetto ai due anni scorsi, segnale di una domanda forte. Se la domanda statunitense dovesse sorprendere i mercati con una stagione da record quest’estate, allora il prezzo del greggio salirà di nuovo.

2. La domanda nel Golfo Persico

In genere, l’utilizzo nazionale di greggio da parte degli stati del Golfo Persico (Arabia Saudita, Kuwait, EAU) aumenta significativamente nel periodo estivo. Questo succede perché questi paesi, al contrario della maggior parte degli altri, bruciano il greggio per l’elettricità. L’utilizzo di elettricità aumenta drasticamente nel periodo estivo in questa parte del mondo, dal momento che le torride temperature estive spingono i residenti a stare in casa con i condizionatori accesi. Nel 2014, ad esempio, l’Arabia Saudita ha bruciato quasi un milione di barili di greggio al giorno nel mese di luglio, rispetto ai 600.000 barili al giorno utilizzati di solito per uso nazionale. In genere, l’Arabia Saudita aumenta la produzione di greggio in estate per soddisfare la domanda nazionale, continuando al contempo a soddisfare quella globale. Quest’anno, con l’accordo OPEC in vigore, l’Arabia Saudita non potrà aumentare la produzione oltre il limite di 10,058 milioni di barili al giorno (lo scorso luglio, il paese ha prodotto la cifra record di 10,67 milioni di barili al giorno).

Il Ramadan, il mese di digiuno per i musulmani, è iniziato questa settimana, perciò l’utilizzo di elettricità nel Golfo sarà ancora più alto questo giugno. Tuttavia, i trader non devono aspettarsi che la domanda nazionale saudita di greggio quest’estate salga come negli anni precedenti. Ciò è dovuto all’espansione dell’impianto di gas naturale di Wasit, che dovrebbe rimpiazzare l’uso di circa 100.000 barili al giorno di greggio con quello di gas naturale. Un altro impianto di gas naturale dovrebbe aprire nel 2019, accelerando il passaggio dell’Arabia Saudita a questa fonte di energia.

3. La domanda cinese

La domanda di greggio cinese è rimasta forte negli ultimi due anni. I cinesi hanno approfittato dei prezzi bassi del greggio per espandere le loro scorte petrolifere ed hanno aumentato significativamente la capacità di immagazzinamento. Tuttavia, ci sono segnali che le importazioni di greggio da parte della Cina potrebbero rallentare nei mesi estivi. La Cina ha importato una quantità record di greggio a marzo, ma le importazioni sono scese del 9% ad aprile. La manutenzione delle raffinerie ha contribuito ad un incremento delle scorte in Cina che minaccia di continuare nei mesi estivi. Il governo cinese ha inoltre adottato misure per limitare la quantità di greggio che le raffinerie cinesi possono importare ad un totale di 2 milioni di barili al giorno. La Cina potrebbe limitare le importazioni di greggio quest’estate per ridimensionare le scorte in aumento, il che potrebbe portare ad un calo della domanda. Ciò potrebbe controbilanciare la forte domanda da parte degli Stati Uniti e dal Golfo Persico e porre una pressione ribassista sui prezzi del greggio nel periodo estivo.

Con i media concentrati sui livelli di produzione dell’OPEC, della Russia, del petrolio di scisto USA e altri, è importante anche tenere d’occhio la domanda globale.

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