Dall’inizio dell’anno Telecom (MI:TLIT) ha perso oltre il 41%. Non è una novità per la società registrare violente scosse al ribasso. Se in questo mondo, però, nulla è per sempre viene da chiedersi se prima o poi le quotazioni si risolleveranno (anche solo sul breve periodo).
Uno sguardo al bilancio
Il margine netto, dopo un 2020 eccezionalmente positivo che ha fatto registrare un 45,17%, si “spegne” e torna (nel 2021) sui valori medi storici. Il debito attualmente ammonta a oltre 25 miliardi di euro e tende ad essere stabile negli ultimi 5 anni, con piccole variazioni sia al ribasso che al rialzo, tuttavia, la solidità di breve periodo non sembra essere in discussione grazie a riserve di cassa sufficienti a far fronte ai debiti in scadenza.
Analisi Ciclica di lungo periodo: una rapida snapshot
Nonostante ciò, non è possibile negare la tendenza fortemente negativa in atto da anni. L’analisi ciclica di lungo periodo evidenziata dall’indicatore del Composite Momentum, ha raggiunto la soglia di “ipervenduto” che apre la strada ad un possibile rimbalzo, proprio come avvenne nel 2013, dove, dopo aver generato un minimo intorno ai 0,44 punti, le quotazioni hanno registrato ben 3 anni consecutivi di rialzi, spingendosi fino a 1,26 punti (una performance complessiva poco oltre il 186%).
Oggi c’è di nuovo questa possibilità?
I prezzi viaggiano attorno ai 0,259 centesimi per azione, dopo aver segnato un minimo vicinissimo la soglia psicologica dei 0,22 punti. L’area in cui fluttua oggi Telecom è un supporto storico risalente al 1997 (dunque di memoria lunga e piuttosto importante).
Non considero la compagnia di telecomunicazioni (per adesso) una società buy and hold da detenere con serenità in portafoglio, ma sicuramente la posizione tecnica e ciclica attuale aumentano le change di generare un’operazione “mordi e fuggi” profittevole.