Nella nostra società affrontare un tema così delicato e rilevante come una efficiente pianificazione finanziaria è un tema che da sempre viene trascurato, ci si affida al primo promotore di turno, senza avere contezza del mercato in cui si opera, delle condizioni economiche in atto e soprattutto dell'esposizione percentuale in "portafoglio". Alcuni di questi concetti appena espressi, risultano di così difficile comprensione che spesso vengono rigettati a monte, è un esercizio troppo complesso per il nostro sistema nervoso centrale quello di imbattersi tra bollette da pagare, debiti da onorare e tutto ciò che la quotidianità ci costringe ad attenzionare che, sovente, quando ci si trova al bivio tra quota di risparmio e tramutare la stessa in investimento anche solo periodico spesso si sceglie di non scegliere; i più longevi esprimono questo concetto con il termine desueto "tesoreggiare", perchè così facendo è nota convinzione popolare che "non perdi soldi",specie dopo un anno non proprio indimenticabile per i mercati finanziari per usare un eufemismo, tutto questo rafforza questa convinzione, ma è proprio così? Assolutamente no
Mettiamo da parte per un attimo gli investimenti e concentriamoci sulle quote di risparmio, che stazionino permanentemente sul conto piuttosto che in un angolo della casa non fa differenza, ma è giusto per non assottigliare la tipologia essendoci analogia tra le fattispecie che risiede di fatto nella certezza che stiamo perdendo denaro. Banalmente spesso non acquistiamo un fondo, un etf, un azione, perchè la nostra propensione al rischio è talmente bassa che non appena visioniamo il grafico sul fascicolo informativo decidiamo che non fa per noi. In realtà il grafico del fondo spesso è visibile, pubblicizzato, che sia cartaceo o pdf; tuttavia esiste un altro tipo di grafico, del quale spesso ignoriamo l'esistenza, ma è lì, come spada di damocle che mina purtroppo la qualità della nostra vita, ed è quello del "potere d'acquisto". E' un grafico che da più di 100 anni è perennemente ribassista ed è spesso ignorato,nonostante il valore reale dei nostri risparmi sia costantemente in calo per via di quanto affermato poc'anzi, la nostra attenzione ricade sul valore nominale, il porto sicuro che rafforza quelle illusorie certezze che sono davvero quanto mai effimere.
In conclusione, il 2022 è stato un anno davvero difficile per gli investitori, anche per chi ha portafogli solidi, e inclini a resistere alle bufere finanziarie, ma ciò non deve far piombare nello sconforto o, ancora peggio, far venir meno l'obiettivo di lungo termine preposto e magari prendere decisioni affrettate e sbagliate in preda all'emotività perchè la cosa giusta da fare é mantenere l'approccio dei risparmiatori, che sopportano da oltre 1 secolo perdite reali importanti e consolidate e, magari inconsapevolmente, non ne fanno certo una tragedia.