Una delle direttive onnicomprensive della Federal Reserve prevede la gestione della politica monetaria in modo che la valuta nazionale rimanga stabile e la crescita economica non diventi insostenibile. A questo scopo, la Fed ha l’onore di essere stata responsabile di quello che è forse il mercato azionario rialzista più lungo mai registrato. Uno dei principali fattori del rimbalzo del 330% dell’ultimo decennio sono stati i tassi di interesse vicini allo zero, che la banca centrale statunitense ha pensato per spingere l’espansione economica.
Ovviamente, neanche i tassi artificialmente bassi sono sostenibili. Ed ecco perché, a partire dalla fine del 2015, la Fed ha cominciato ad alzare gradualmente i tassi, per tenere l’economia sulla strada giusta. I titoli azionari hanno proseguito la loro traiettoria rialzista da allora, ma anche i più solidi mercati rialzisti alla fine si esauriscono. E insieme ad una serie di forti difficoltà macroeconomiche e politiche, il toro comincia a traballare.
In parte, è una conseguenza del fatto che gli investitori sono diventati pessimisti sul mercato. C’è una generazione di trader che ha conosciuto solamente un ambiente accomodante. Hanno finito per aspettarsi che la politica monetaria sarà sempre dalla loro parte. Ma l’aumento dei tassi - che malgrado tutto sono ancora storicamente bassi - è diventato improvvisamente più minaccioso. Le prospettive economiche sembrano peggiorare. La recente posizione anti-aumenti del Presidente Donald Trump, in vista della decisione sui tassi di interesse di questa sera, ha probabilmente fatto aumentare i timori alimentati dalla possibilità di tassi più alti.
Inoltre, l’aumento dei tassi non necessariamente implica un aumento del dollaro, malgrado gli ovvi differenziali positivi dei tassi di interesse. Il fatto è che dall’aumento dei tassi del 16 dicembre 2015, il primo dal 2006, il dollaro sta scendendo. Il 15 dicembre, l’indice del dollaro ha chiuso a 98,22, l’1,5% in più rispetto al livello attuale.
Poiché il dollaro è la valuta di riserva globale, oltre che la valuta delle materie prime e attualmente anche una valuta rifugio, ci sono molte forze diverse in gioco a spingere la sua offerta e la sua domanda.
È facile notare queste forze conflittuali all’interno delle discordanti formazioni di pattern sul grafico tecnico del Indice del Dollaro. Gli scambi da novembre hanno sviluppato un triangolo simmetrico, presunto rialzista in un trend in salita, completato da un breakout al rialzo.
D’altra parte, il pattern di prezzo sviluppato da metà agosto sta formando un cuneo ascendente, che dimostra tendenze ribassiste, in quanto la domanda si stanca dell’assenza di progressi del prezzo. Come se non bastasse, il prezzo potrebbe stare formando un massiccio fondo dal novembre 2017. Da notare che l’oscillatore MACD fornisce segnali di vendita, in quanto la MA più corta è scesa sotto la più lunga, e l’indice RSI potrebbe stare formando un apice, completo di breakout al ribasso.
Morale della favola: è impossibile capire dove si dirigerà il dollaro. I trader potrebbero tentare di scambiarlo entro la sua attestazione o aspettare un breakout. Da notare che persino un breakout al rialzo del triangolo simmetrico lo lascerebbe all’interno del pattern del cuneo ascendente, il cui apice può ancora formare una resistenza.
Strategie di trading
I trader conservatori devono aspettare una risoluzione del trend, con un breakout decisivo, in salita o in discesa, del cuneo, prima di prendere una posizione.
I trader moderati potrebbero rischiare una posizione in base al breakout del triangolo simmetrico, anche in questo caso in salita o in discesa.
I trader aggressivi potrebbero entrare con una posizione long, contando sul supporto della dma a 50, sul fondo del triangolo simmetrico e sulla linea di trend in salita dal 21 settembre (che potrebbe essere parte di un cuneo ascendente in seguito ad un trend in salita e non in discesa come di solito).
Esempio di trading
- Entrata: 96,80
- Stop-Loss: 96,60, dma a 50, sotto il minimo di ieri
- Rischio: 20 punti
- Obiettivo: 97,60, sotto il massimo di venerdì
- Ricompensa: 80 punti
- Rapporto di rischio ricompensa: 1:4