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Un unicum del mercato: un certificato su indici dal 10,6% annuo

Pubblicato 24.05.2022, 11:33
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Negli investment certificate e nei cash collect in particolare, bisogna sempre cercare il giusto trade off tra rischio e rendimento nella scelta del basket di sottostanti del certificato. In particolare, se cerco un flusso cedolare più elevato dovrò necessariamente andare a ricercare dei sottostanti più volatili; viceversa, se cerco un certificato più protettivo dovrò orientarmi su titoli solidi, con una volatilità del prezzo limitata. Spesso, in questo secondo caso, la soluzione ottimale è selezionare un certificato dove i sottostanti sono gli indici, anziché i singoli titoli azionari.

Indici come S&P500, EuroStoxx, DAX, e così via, essendo panieri composti da una molteplicità di titoli hanno necessariamente una volatilità più bassa e questo porta quindi a vedere certificati con rendimenti spesso risicati compresi in media tra il 3 e il 6% annuo.

Il certificato di cui parlo oggi è nato sotto una buona stella. La concomitanza di elevata volatilità e prezzi in caduta al momento della sua quotazione, ha generato un prodotto che ha si come sottostanti indici azionari, ma dall’altra parte ha rendimenti in linea con i cash collect su titoli.

E’ stato emesso da BNP Paribas (Aa3 Moody's, A+ Standard & Poor's, Aa- Fitch) settimana scorsa, facendo strike sui prezzi di chiusura di venerdì ed entrando in contrattazione ieri mattina. I tre sottostanti sono S&P500, EuroStoxx Banks e Nikkei225. Il flusso cedolare è del 2,65% a trimestre, per un rendimento annuo del 10,60%. E’ un prodotto che non ha concorrenza sul mercato in quanto i certificati con sottostanti questa tipologia di indice quotati in questo momento offrono ritorni annui, come accennato in precedenza, compresi tra il 3 e il 6%, mentre qui arriviamo addirittura in doppia cifra.

Essendo indici, ed avendo oscillazioni più contenute rispetto ai sottostanti, le barriere sono al 70% del prezzo di venerdì; ciò sta a significare che il flusso cedolare è garantito se nessuno dei tre indici perde più del 30% da ora e che il capitale nominale alla scadenza è garantito alle medesime condizioni, ovvero se alla data di scadenza di maggio 2024 (durata 24 mesi) tutti e tre i sottostanti non hanno subito perdite superiori al 30%. La cosa interessante da analizzare però, è dove si trovano oggi i tre indici rispetto ai loro massimi di qualche mese fa.

 S&P500, fonte Investing.com



Partendo dall’S&P500 infatti possiamo notare che lo strike è fissato a 3901 e che la barriera, posta il 30% più in basso si trova a 2730. Ma se confrontiamo questo valore con i massimi toccati dall’indice a inizio gennaio a 4818, ci accorgiamo che la barriera dista circa il 43%. Il margine quindi di discesa è importante, senza considerare poi il fatto che per la restituzione del nominale conta il valore a maggio 2024. Se l’indice dovesse continuare a scendere ed arrivare ad infrangere i 2730, sarebbe sufficiente recuperare tale valore entro maggio 2024 per avere garantito il rimborso a 100, oltre all’erogazione di tutte le cedole, anche quelle non incassate in precedenza, grazie all’effetto memoria.

 Nikkei225, fonte Investing.com


Passando al Nikkei225, l’indice di riferimento del mercato giapponese, abbiamo lo strike fissato a 26.739 punti e la barriera a 18.717. Anche in questo caso però, rispetto al massimo toccato a settembre a 30.447, la barriera dista quasi il 40%.

 Nikkei225, fonte Investing.com


Infine, l’EuroStoxx Banks. E’ l’unico dei tre ad essere settoriale e non esclusivamente geografico. Personalmente reputo che dopo la grande discesa successiva allo scoppio del conflitto ucraino, le quotazioni di tante banche europee siano a prezzi interessanti, senza considerare che presto o tardi anche la BCE sarà costretta ad intervenire sui tassi, e questo dovrebbe favorire la ripresa del settore. Lo strike in questo caso si trova a 87,17 mentre la barriera a 61,02. Come per gli altri due indici, confrontando con il massimo dello scorso 10 febbraio a 116,94, quota oggi circa il 25% più in basso e la barriera dista dal massimo il 48%.

Emergono quindi tre fattori che rendono il prodotto interessante:

  • indici come sottostanti che per natura prevedono movimenti più contenuti rispetto ai singoli titoli;
  • barriere lontane il 30% circa dai prezzi attuali ma oltre il 40% dai massimi dei mesi scorsi dei tre indici;
  • flusso cedolare molto elevato e pari al 10,60% annuo pagato trimestralmente.

Ulteriore fattore, come detto in precedenza, il fatto che i suoi corrispettivi sul mercato hanno rendimenti inferiori alla metà, grazie al momento di volatilità favorevole nel quale è stato costruito.


Ulteriori approfondimenti sono disponibili sul gruppo Facebook (NASDAQ:FB) di FreeFinance.

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