Ricevi uno sconto del 40%
💎 WSM è in rialzo del +52,1% da quando la nostra AI l'ha scelta a dicembre! Scopri la nostra selezione di titoli premiumSblocca adesso

Una minore offerta di moneta può frenare la corsa dei mercati azionari?

Pubblicato 31.03.2022, 10:42
Aggiornato 01.02.2022, 13:30

La crescita dell'offerta di moneta sta decelerando, ma è ancora lontana da una fase di contrazione vera e propria. Secondo i dati destagionalizzati, la domanda di contante è cresciuta di 83 miliardi di dollari nel mese di febbraio; con gennaio che è stato rivisto al ribasso, passando da 245 miliardi USD “stimati” in precedenza a 176 miliardi.

immagine 1

L’immagine che mostra la variazione dell’offerta di moneta (M2) in miliardi di USD, mese su mese e depurato dalla stagionalità, mette in evidenza la decelerazione in corso con una riduzione in corso di 53 miliardi di dollari rispetto alla media a 3 mesi.

La Fed offre solo dati settimanali e non destagionalizzati dell’indicatore M2, ma anche in questo caso i dati mostrano come il rimbalzo dell'offerta di moneta è ancora piuttosto debole rispetto alla storia recente.

Nel libro “The Fed Flunks” l’autore (ormai defunto) Robert Wenzel utilizza un tasso di crescita medio di 13 settimane per smussare i dati settimanali forniti ufficialmente dalla Fed. L’obiettivo dello smussamento è ridurre l’incidenza dei dati “anomali” ed instabili che possono fuorviare l’analista. In questo modo ci si concentra esclusivamente sull’andamento “di fondo” potendo più facilmente categorizzare le tendenze di accelerazioni o rallentamento nella crescita di offerta della moneta.

L’immagine che segue si pone proprio quest’obiettivo, evidenziano in verde fasi tendenzialmente di accelerazione, in arancione fasi di rallentamento e in nero i “turning point” tra le due fasi.

immagine 2

Il grafico seguente esemplifica la stagionalità dell'offerta di moneta e confronta l'anno in corso con gli anni precedenti. E’ evidente che la traiettoria attuale è proiettata verso il basso (proprio come segnalava già la media a 13 settimane di Wenzel. Dato che la Fed sta cercando di frenare il dilagare dell’inflazione, le politiche messe in atto potrebbe causare un'ulteriore decelerazione dell'offerta di moneta da qui ai prossimi mesi.

Poiché la crescita dell’indicatore M2 è stata elevata negli ultimi anni, il mercato si è abituato anch’esso ad un certo livello di crescita, foraggiato dall’espansione monetaria; da un lato questa de-sensibilizzazione alla massa liquida iniettata potrebbe mettere rapidamente sotto pressione il mercato azionario.

immagine 3

Il signor Wenzel promosse già questa teoria, in realtà “presa in prestito” da Murray Rothbard, secondo la quale forti cali di moneta (che possono sfociare addirittura in un tasso negativo) possono creare problemi di liquidità nel mercato azionario, portando ad un sell-off (una svendita). Benché non sia uno strumento predittivo perfetto, storicamente parlando è possibile valutare una correlazione tra riduzione del tasso di crescita della moneta e crash finanziari (il 2002 ed il 2008 ne sono degli esempi).

Con l’attuale calo, il mercato azionario potrebbe trovare alcuni ostacoli nella sua corsa verso nuovi massimi (almeno nel breve periodo). Come l’immagine dimostra, l’impostazione ribassista è evidente e non “sconta” al suo interno tutta la vicenda Ucraina, ma solo un brevissimo lasso di tempo (in quanto i dati si fermano al 28 febbraio).

immagine 4

L’attuale decelerazione è degna di nota; se guardiamo a M2 come “al carburante” dei mercati (almeno in parte) se ne può dedurre che le azioni hanno meno energia per mantenere alte le loro quotazioni. Inoltre è mio parere che la Fed non ha ampio spazio di manovra entro cui agire ed l’inevitabile aumento dei tassi (tanto atteso, ma forse anche il meno utile di sempre) porterà meno benefici di quanto Powell stesso si aspetta, generando effetti collaterali al disavanzo di bilancio federale ed in generale all’economia USA.

Ritengo, ad oggi, i metalli preziosi e le commodities degli asset più attraenti rispetto al mercato azionario (non solo per motivi puramente tecnici ed analitici) ma perché è probabile che quest’ultimo debba scontare ancora tutta una serie di eccessi dettati dalla compiacenza accumulata negli anni. Va da sé che le azioni restano comunque un comparto di lungo periodo estremamente efficiente da accumulare soprattutto sulla volatilità generata dalle grandi crisi.

Ultimi commenti

Installa le nostre app
Avviso esplicito sui rischi: Il trading degli strumenti finanziari e/o di criptovalute comporta alti rischi, compreso quello di perdere in parte, o totalmente, l’importo dell’investimento, e potrebbe non essere adatto a tutti gli investitori. I prezzi delle criptovalute sono estremamente volatili e potrebbero essere influenzati da fattori esterni come eventi finanziari, normativi o politici. Il trading con margine aumenta i rischi finanziari.
Prima di decidere di fare trading con strumenti finanziari o criptovalute, è bene essere informati su rischi e costi associati al trading sui mercati finanziari, considerare attentamente i propri obiettivi di investimento, il livello di esperienza e la propensione al rischio e chiedere consigli agli esperti se necessario.
Fusion Media vi ricorda che i dati contenuti su questo sito web non sono necessariamente in tempo reale né accurati. I dati e i prezzi presenti sul sito web non sono necessariamente forniti da un mercato o da una piazza, ma possono essere forniti dai market maker; di conseguenza, i prezzi potrebbero non essere accurati ed essere differenti rispetto al prezzo reale su un dato mercato, il che significa che i prezzi sono indicativi e non adatti a scopi di trading. Fusion Media e qualunque fornitore dei dati contenuti su questo sito web non si assumono la responsabilità di eventuali perdite o danni dovuti al vostro trading né al fare affidamento sulle informazioni contenute all’interno del sito.
È vietato usare, conservare, riprodurre, mostrare, modificare, trasmettere o distribuire i dati contenuti su questo sito web senza l’esplicito consenso scritto emesso da Fusion Media e/o dal fornitore di dati. I diritti di proprietà intellettuale sono riservati da parte dei fornitori e/o dalle piazze che forniscono i dati contenuti su questo sito web.
Fusion Media può ricevere compensi da pubblicitari che compaiono sul sito web, in base alla vostra interazione con gli annunci pubblicitari o con i pubblicitari stessi.
La versione inglese di questa convenzione è da considerarsi quella ufficiale e preponderante nel caso di eventuali discrepanze rispetto a quella redatta in italiano.
© 2007-2024 - Fusion Media Limited. tutti i Diritti Riservati.