Rassegna giornaliera sul mercato forex, 23 aprile 2020
Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.
I tori del dollaro hanno ceduto il controllo del mercato quest’oggi. Ad eccezione di euro e franco svizzero, il biglietto verde è sceso contro tutte le principali valute. Più di 4,4 milioni di persone hanno fatto richiesta di sussidio di disoccupazione la scorsa settimana, un dato leggermente migliore del previsto ma che non è riuscito a sostenere il dollaro. Nelle ultime cinque settimane 26,45 milioni di cittadini americani hanno perso il lavoro e questo di fatto cancella tutti i nuovi posti di lavoro creati negli ultimi 10 anni. Ovviamente tutti si augurano che non si tratti di posti di lavoro persi definitivamente e che i lavoratori ritorneranno sul posto di lavoro dopo che l’economia ripartirà. Tuttavia, la necessità di misure distanziamento sociale significano che le imprese potranno riassumere sono una parte dei lavoratori. Il forte calo degli indici Markit PMI manifatturiero e dei servizi per il mese di aprile non ci ha affatto sorpresi. Si prevede la stessa contrazione per i dati sugli ordinativi di beni durevoli in agenda per venerdì.
Il cambio USD/JPY è salito all’inizio della seduta newyorkese dopo che il Nikkei ha riportato che la Banca del Giappone discuterà di acquisiti illimitati di bond durante il prossimo vertice. Non è chiaro quanto ne potrà acquistare, ma la sola possibilità di un ulteriore intervento dalla BoJ ha fatto scendere la valuta. Gli indici PMI del Giappone sono scesi ulteriormente, e la cosa non ci ha sorpresi. Visto che il Giappone ha implementato le misure di emergenza più tardi degli altri paesi, anche la ripresa avverrà più tardi.
Le sole due valute che hanno fatto peggio del dollaro sono state euro e franco svizzero. Gli indici PMI della zona euro sono stati più deboli del previsto, visto che l’indice PMI composito è sceso al minimo record di 13,5 nel mese di aprile, contro le aspettative di un calo a 25. Il comparto manifatturiero è andato meglio di quello dei servizi, e i dati tedeschi sono stati migliori dei francesi. I dati di Italia e Spagna saranno particolarmente negativi. Il cambio EUR/USD è crollato sotto 1,08 sulla scia di queste notizie, mentre gli investitori attendono un’ulteriore azione dalla BCE nella prossima settimana. Anche il franco svizzero è sceso dopo che la Svizzera ha rivisto al ribasso le previsioni della crescita del PIL, -6,7% quest’anno da -1,5%. Molti paesi rivedranno al ribasso le previsioni sul PIL, così come BoJ, BCE e FOMC, che si riunirà la settimana prossima.
Le valute che oggi sono andate meglio sono quelle legate alle materie prime. Il dollaro neozelandese e il dollaro australiano hanno segnato i maggiori rialzi, seguiti dal dollaro canadese. Nuova Zelanda e Australia sono riusciti in maniera molto efficiente a controllare il COVID-19 e sono pronti a far ripartire le rispettive economie. La Nuova Zelanda passerà alla fase 4, durante la quale le scuole possono riaprire con capacità limitata, i negozi possono riaprire senza contatto fisico con i clienti e sono consentiti eventi con più di 10 partecipanti nel caso di matrimoni e funerali. Il paese sta considerando un nuovo piano di stimolo che possa includere l’erogazioni di sussidi a tutti.
In Australia, il dollaro è salito nonostante i dati PMI deboli dopo che il Primo Ministro Scott Morrison ha dichiarato che il paese si avvia a riaprire un’economia “COVID-safe”. Saranno eliminate le restrizioni sui servizi sanitari dalla prossima settimana (come le cure dentali) e si ritornerà a scuola a partire dall’11 maggio. Il fatto che questi paesi siano pronti a riaprire solo dopo aver tenuto efficacemente sotto controllo il COVID-19 (e non prima) offre loro un grande vantaggio sugli USA in termini di ripresa economica, e questo potrebbe essere straordinariamente positivo per le rispettive valute.
La ripresa del petrolio sta aiutando il dollaro canadese, ma a differenza di Australia e Nuova Zelanda, le previsioni per il Canada sono cupe e l’economia è colpita su tre fronti: COVID-19, blocco USA e calo storico dei prezzi del petrolio. Per quanto riguarda la sterlina si registra un andamento invariato, nonostante le letture in calo degli indici PMI manifatturiero e dei servizi. La resilienza della valuta è legata al dollaro USA e all’euro.