L’ultima volta che ho posto una domanda simile, la risposta alla fine è stata “nulla di buono per ora”.
Era il 19 agosto e aspettavamo la pubblicazione dei verbali del vertice di luglio della Federal Reserve. Tra i trader erano alte le aspettative che il Federal Open Market Committee della banca centrale sarebbe stato incline ad introdurre un controllo della curva del rendimento che avrebbe consentito un maggiore spazio di manovra per gestire l’inflazione.
Ai trader, ovviamente, non importava affatto che la Fed raggiungesse quello che voleva, a patto che loro avessero quello che volevano: rendimenti dei bond perpetuamente bassi e fiumi infiniti di stimoli.
I verbali rivelarono che, dopo lunghe riflessioni, i membri del FOMC avevano scartato il piano per il controllo della curva del rendimento, affermando che i costi del programma superavano i benefici.
Subito dopo, la comunità dei trader rispose con una rivalsa, prendendo di mira l’oro, che aveva appena ripreso la sua strada verso i 2.000 dollari l’oncia dopo essere collassato dai massimi storici di quasi 2.090 dollari due settimane prima. L’oro spot, che replica i lingotti, segnò un tonfo del 3,6% solo in quel giorno, dopo il crollo del 5% della settimana prima.
E arriviamo ad un altro evento della Fed, una settimana dopo dei verbali: il simposio virtuale di Jackson Hole. Anche in quella occasione il Presidente Jay Powell evita di dire quello che i trader dell’oro volevano sentire: l’esplicita promessa di continuare a fare il pieno di asset per sostenere la ripresa economica USA dal coronavirus.
Ad essere sinceri, il capo della banca centrale ha un più importante piano a lungo termine sull’inflazione della Fed da rivelare. Ma i trader, per loro natura, hanno bisogno di sentire quello che per loro era importante. Ancora una volta, l’oro diventa il capro espiatorio, sebbene la perdita stavolta sia stata relativamente minore, solo dell’1,3%. E soprattutto, la recupera nelle tre sedute successive.
Sarà diverso stavolta?
Il che ci riporta alla domanda: Cosa può fare la Fed di diverso per l’oro quando il FOMC aprirà i suoi due giorni di vertice oggi, prima di annunciare la sua decisione sui tassi di interesse domani, seguita dalla conferenza stampa di Powell.
I tassi di interesse in sé non dovrebbero essere la grande notizia del vertice di questa settimana: non lo sono da mesi, con la Fed che sembra a suo agio a mantenerli tra lo zero e lo 0,25%.
Ma Powell molto probabilmente riprenderà la missione della banca centrale di un’inflazione più alta per un periodo più lungo. La chiave, come al solito, sarà in quello che dirà o non dirà a proposito dello stallo della ripresa economica, dei dati tiepidi sull’occupazione degli ultimi due mesi (dopo la forte ripresa tra maggio e giugno) e di quanto sia incline la Fed ad una continua espansione del suo bilancio senza limiti.
La formula è quasi sempre la stessa: più sarà cauto il presidente della Fed, maggiori saranno le probabilità che l’indice del dollaro, scambio alternativo all’oro, crolli, spingendo il metallo prezioso.
Negli scambi asiatici di questo martedì, l’indice, che replica il biglietto verde contro sei principali valute, è sceso al minimo di 92,83 prima di arrampicarsi vicino allo storico livello di 93.
L’oro spot che supera i 1.969 dollari è promettente per i tori
Sebbene la mossa su e giù dal livello di 93 non sia una novità per il dollaro, la sua ultima azione ha, malgrado tutto, aperto un atteso sviluppo per l’oro spot su cui i trader dell’oro contavano: la mossa sopra i 1.968 dollari.
Il picco intraday di questo martedì per l’oro spot è stato il massimo di due settimane di 1.969,34 dollari. Il livello di 1.968 dollari è stato un livello di prezzo chiave che non si vedeva da tempo su molti grafici tecnici ed il suo arrivo ha probabilmente regalato un brivido di piacere ai tori dell’oro.
Oro su 4 ore
Grafico oro spot su 4 ore dopo l’infrazione di oggi sopra 1.969 dollari
Grafico giornaliero oro spot dopo l’infrazione di oggi sopra 1.969 dollari
Grafico settimanale oro
Grafico settimanale oro spot dopo l’infrazione di oggi sopra 1.969 dollari
“Per proseguire la sua mossa al rialzo, l’oro dovrebbe restare sopra il supporto strategico di 1.935 dollari, per il prossimo obiettivo al rialzo nonché resistenza di 1.993 dollari”, afferma Sunil Kumar Dixit, esperto indipendente di grafici sui metalli preziosi. “Restando al di sotto dei 1.935 dollari si fermerebbe la mossa al rialzo e comincerebbe la correzione verso 1.920-1.900 dollari e 1.888 dollari”.
Dhwani Mehta, altro analista tecnico, sottolinea in un blog su FXStreet che sono presenti “numerosi sani livelli di supporto che probabilmente limiteranno eventuali ritracciamenti” per l’oro. Scrive Mehta:
“Il cuscinetto immediato (è) allineato a 1962 dollari, l’intersezione tra il massimo del giorno prima, la SMA200 su quattro ore e la Banda di Bollinger superiore su quattro ore. I venditori sfideranno allora il minore supporto a 1957 dollari, dove coincidono il Fibonacci del 23,6% su un giorno e la SMA5 su quattro ore”.
“Ancora più giù, sarà testato il livello di Fibonacci del 23,6% su una settimana a 1951 dollari. Un’infrazione al di sotto con una densa area di livelli di supporto è vista intorno a 1947 dollari. L’obiettivo di ribasso di 1945 dollari è il livello da battere per gli orsi. Questo livello è il Fibonacci del 38,2% su una settimana”.
Ovviamente, tutti questi livelli dipendono anche dall’esito del vertice della Fed e della conferenza stampa di Powell. Aspetto ancor più importante, l’oro si muoverà al ritmo del dollaro. Il biglietto verde ha mostrato una forza oltre ogni logica per la maggior parte di agosto e anche finora, mantenendosi ostinatamente sopra il livello di 93. E potrebbe spegnere ancora una volta il fervore dei tori dell’oro.
Anche Dixit mette in guardia da questa possibilità: “L’immediato rialzo prima del vertice della Fed sarà limitato a 1.985 dollari. I trader saranno cauti a spingerlo oltre”.