Market Brief
Eccoci qui, giovedì la BCE dovrebbe intervenire aumentando gli aiuti all’economia.
Mario Draghi ha molti strumenti a disposizione; a nostro avviso, la BCE taglierà il tasso sui depositi, aumenterà l’entità del programma di acquisto asset e prorogherà la fine del QE. La decisione arriverà mercoledì. Nel frattempo, crediamo che aumento e proroga degli stimoli siano già stati scontati dai mercati azionari e dei cambi; ciò significa che, se Draghi non interverrà come da previsioni, ci sarà un calo delle borse e un aggiustamento del complesso dell’EUR.
L’EUR/USD continua a scendere, anche se, in vista della decisione, il momentum ribassista sta perdendo slancio. Il livello chiave a quota 1,0458 (minimo 16 marzo) continuerà a sostenere la coppia, invece al rialzo l’area di resistenza più forte è collocata intorno a 1,11. La moneta unica al momento annaspa fra 1,0570 e 1,06.
In Australia, dai dati sull’inflazione pubblicati stamattina emerge che a ottobre il livello dei prezzi è rimasto stabile, l’economia si sta evidentemente adattando ai prezzi bassi delle materie prime. L’inflazione misurata da TD Securities si è attestata all’1,8% a/a a novembre, mentre su base mensile l’indice è salito dello 0,1% rispetto al rilevamento piatto di ottobre.
Nel trimestre conclusosi a settembre, i profitti operativi delle società sono cresciuti dell’1,3% t/t, più dell’1% previsto dal mercato e della contrazione, rivista al rialzo e pari al -0,5%, del trimestre precedente.
L’AUD ha dunque ottenuto una piccola spinta dai dati pubblicati, l’AUD/USD ha superato la soglia a 0,72. Poiché la RBA intende tenersi defilata e l’economia australiana si sta stabilizzando, riteniamo che vi sia spazio per un ulteriore apprezzamento dell’AUD, soprattutto considerando che l’imminente decollo dei tassi della Federal Reserve è già stato quasi interamente scontato.
In Corea del Sud, mercato azionario e won sono stati colpiti duramente dai dati deludenti riferiti al settore industriale. La produzione industriale si è contratta dell’1,4% m/m (dato destagionalizzato), molto più del -0,9% delle previsioni medie, e della revisione al rialzo riferita al mese scorso pari al 2,2%. Su base annua, la produzione industriale è cresciuta dell’1,5% a fronte del 2,2% previsto. Di conseguenza, durante la seduta asiatica il KOSPI è stato oggetto di vendite ed è calato dell’1,82%, la moneta locale è arretrata dello 0,45% contro il biglietto verde.
La coppia NZD/USD per il momento è fra quelle vincenti: il kiwi ha guadagnato lo 0,35% contro l’USD sulla scia della fiducia delle imprese superiore alle attese, salita a 14,6 punti a fronte dei 15 del rilevamento precedente, livello più alto da maggio di quest’anno; ciò dimostra che le aziende ricominciano ad avere fiducia e guardano positivamente al futuro.
Durante la seduta asiatica, la coppia NZD/USD ha guadagnato fino allo 0,75% ed è risalita sopra quota 0,6550, confermando l’inversione di trend iniziata un paio di settimane fa. La prima resistenza si osserva a 0,6567 (50% di Fibonacci sul rally di settembre-ottobre), mentre al ribasso il supporto è collocato a 0,6430 (minimo 18 novembre).
Oggi gli operatori monitoreranno il PIL in Svezia; l’approvazione di mutui nel Regno Unito; i dati sull’inflazione in Italia; la bilancia commerciale in Sudafrica; il saldo di bilancio in Brasile; l’IPC in Germania; l’indice dei direttori d’acquisto di Chicago, le vendite di case in corso e l’indice sull’attività manifatturiera della Fed di Dallas negli Stati Uniti.
Arnaud Masset, Market Strategist,
Swissquote Europe Ltd