Buongiorno, l'analisi "Il voto sulla Brexit smuoverà i mercati del petrolio?" scritta dalla Dr.ssa Ellen R Wald il 21 giugno 2016 è pienamente condivisibile ma riporterei il lettore anche alla considerazione che lo scenario internazionale del prezzo del Petrolio Greggio, probabilmente, potrebbe muoversi nella forchetta di prezzo tra i 45 e i 50 dollari al barile, espressa nella dichiarazione del rappresentante dell'Arabia Saudita, al termine del meeting del 2 Giugno 2016 a Vienna.
Secondo tale affermazione, il prezzo del barile WTI, durante il mese di Luglio e Agosto 2016, potrebbe superare del 10% i $ 50 arrivando a $ 55 senza innescare un eccesso di produzione che determinerebbe l'abbassamento della soglia di prezzo per la potenziale reazione dei paesi del Golfo Persico (Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Kuwait).
Ricordiamo che nel mondo Sunnita la "parola data" di non inondare il mondo di petrolio ha valore, secondo il credo religioso, fintanto che permette la loro libertà di scelta e "termina" nel momento della costrizione che nega al musulmano la libera scelta.
Esiste una "sura" del libro sacro islamico che permette e "giustifica" il tipo di scelta descritta e utilizzata da Yasser Arafat nel giustificare, agli occhi del popolo sunnita, la scelta di firmare il trattato di pace con il Presidente Israeliano Yitzhak Rabin, durante gli Accordi di Oslo del 13 settembre 1993.
Il prezzo del petrolio è attualmente utilizzato quale mezzo per ottenere risultati politico militari e di egemonia nei valori religiosi tra i paesi del Medio Oriente, Egitto, Iran e Turchia compresa, con la partecipazione diretta dei principali alleati esterni allo scacchiere mediorientale (USA e Russia).
A partire dalla Prima Guerra del Golfo del 1990-1991 la materia prima "petrolio" ha lasciato progressivamente la valenza di legame con il mercato e sempre progressivamente ha assunto quella dei fondamentali delle armi utilizzate nei conflitti militari.