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I markets mover di ieri danno vitalità al dollaro americano

Pubblicato 17.10.2014, 07:44
EUR/USD
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Trend weekly ribassista dal 04.05.2014
Trend daily ribasissta dal 08.05.2014

L’ultima seduta è stata condizionata da positivi markets mover provenienti prevalentemente dagli Stati Uniti, i quali hanno allentato un po’ le tensioni che hanno caratterizzato la prima parte della seduta in Europa. Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione sono scese a 264 mila unità dalle 287 mila della settimana scorsa. Si tratta del livello più basso dall’aprile del 2000. Bene anche la produzione industriale di settembre, cresciuta dell’1% m/m, con la capacità di utilizzo che è salita ai massimi da oltre 5 anni. In linea con le attese il dato sull’indice Fed di Filadelfia di ottobre (a 20,7 punti dai 22,5 di settembre). Un certo effetto sul mercato è arrivato anche dalle dichiarazioni del governatore della Federal Reserve di St. Louis, James Bullard, che ha sostenuto con una certa fermezza che la Fed deve riconsiderare il termine per la cessazione del QE. Sebbene gli acquisti mensili della Banca centrale Usa si attestino ormai a 15 miliardi di dollari, il mercato potrebbe aver letto in queste battute la possibilità che il rialzo dei tassi sarà ritardato al secondo semestre del 2015. Nonostante i dati odierni allontanino temporaneamente i timori di un rapido rallentamento dell’economia statunitense, sui mercati rimangono ancora tanti elementi di incertezza, tra cui spiccano, in ordine: i timori di un mancato superamento degli stress test delle banche europee più in difficoltà, in particolare quelle greche; il rischio di una deflazione in Europa e il ritardo dell’azione della Bce sul QE, alla luce anche della revisione al rialzo del dato core di settembre dell’eurozona; i timori legati alla diffusione incontrollata del virus dell’ebola, che ha fatto negli Usa la seconda vittima, con la contea di Dallas pronta a chiedere lo stato di disastro; l’intensificazione dei rischi geopolitici, in particolar modo ad Hong Kong. Mentre sul fronte europeo, è stata la volta dell’indice dei prezzi al consumo che ha registrato a settembre una crescita su base annua dello 0,3% dal +0,3% della precedente rilevazione. Il dato è in linea con le stime. Su base mensile c'è stato un incremento dello 0,4% dal precedente +0,1%. Anche in questo caso il dato è in linea con le attese. Sul fronte valutario la reazione della major più tradata nei confronti delle varie news, è stata abbastanza contenuta, il movimento dei prezzi hanno formato ad una giornata inside rispetto all’imponente movimento rialzista dell’altro ieri. Nell’intraday le quotazioni di EUR/USD sono salite fino ad 1,2845 (massimo di giornata) poi hanno virato verso il basso fino a raggiungere il bottom daily a 1,2700 circa, per poi risalire nella seconda parte della giornata fino a lambire il livello psicologico ad 1,2800. Tali movimenti sul daily chart hanno dato vita ad una candela con un corpo abbastanza contenuto ed una lower shadow evidente, situata al di sotto della media mobile esponenziale a 34 periodi. La situazione che si è venuta a creare, non è di facile interpretazione, in quanto anche se ieri è stata formata una hammer, la chiusura di quest’ultima si trova all’interno della fascia delle due Ema a 21 e 34 periodi, ovvero il pattern poteva essere preso in considerazione solo nel caso di chiusura la di sopra della Ema a 34 periodi. Inoltre, il pattern ci indica una direzione contro il trend di fondo, che resta sempre short. In conclusione, da quanto analizzato sopra, è preferibile restare al momento flat, ed attendere indicazioni più chiare da parte dell’azione del prezzo.
eurusd d

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