VIENNA (Reuters) - L'Arabia Saudita implenterà forti tagli alla propria produzione di greggio a luglio, in aggiunta a un più ampio accordo Opec+ per limitare l'offerta fino al 2024 nell'ambito di un tentativo di rilanciare i prezzi del petrolio.
Il ministero dell'Energia saudita ha comunicato che la produzione del Paese scenderà a 9 milioni di barili al giorno a luglio, dai circa 10 milioni di barili al giorno di maggio, la più grande riduzione degli ultimi anni.
L'Opec+ pompa circa il 40% del greggio mondiale, il che significa che le decisioni del gruppo possono avere un forte impatto sui prezzi petroliferi.
La sorprendente decisione di tagliare l'offerta ad aprile ha brevemente spinto il Brent in rialzo di circa 9 dollari, ma da allora i prezzi hanno ritracciato sotto la pressione dei timori per la debolezza dell'economia globale e il conseguente impatto sulla domanda.
L'Arabia Saudita è l'unico membro dell'Opec+ ad avere una capacità di riserva e di stoccaggio sufficiente per poter ridurre e aumentare facilmente la produzione.
L'Opec+ ha in atto tagli per 3,66 milioni di barili al giorno, pari al 3,6% della domanda globale, di cui 2 milioni di barili al giorno concordati lo scorso anno e tagli volontari per 1,66 milioni decisi ad aprile.
Questi tagli erano validi fino alla fine del 2023 e ieri l'Opec+, in un accordo più ampio sulla politica di produzione raggiunto dopo sette ore di colloqui, ha annunciato che li estenderà fino alla fine del 2024.
(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Sabina Suzzi)