Con i tassi Usa verso lo zero anche i Treasury perdono il ruolo di copertura. Occorre non trascurare i pericoli di inflazione e i rischi negli emergenti mentre i Btp e i bond europei offrono un interessante extra rendimento
I TREASURY USA NON OFFRONO PIU’ UNA SOLIDA COPERTURA
Dopo Europa e Giappone anche gli Usa hanno portato i tassi di interesse a zero, e in questo contesto “gli investitori dovranno ovviamente riconsiderare l’opportunità – in termini di vantaggi ed efficacia – di mantenere in portafoglio posizioni in titoli di Stato Usa come strumenti di copertura”, spiegano nell’articolo Obbligazioni, i tassi ai minimi spingono ad andare oltre i Treasury Ashok Bhatia, deputy chief investment officer – fixed income, e Adam Grotzinger, senior portfolio manager – investment grade di Neuberger Berman. Gli esperti si chiedono se siamo di fronte a un cambiamento epocale, perché storicamente l’esposizione ai titoli di Stato ha sempre offerto un ampio ventaglio di vantaggi ai portafogli sia azionari che obbligazionari. Tuttavia, dato che “i rendimenti dei Treasury decennali sono scesi sotto all’1%, la matematica obbligazionaria ci dice che la capacità di questi titoli di generare guadagni interessanti è stata significativamente ridimensionata, anche nel caso delle scadenze più lunghe. Persino ipotizzando che i rendimenti dei titoli di Stato a più lunga scadenza scendano in territorio negativo (una view che comunque escludiamo) il potenziale di rialzo assoluto offerto da questi strumenti è ormai parecchio limitato”, spiegano gli esperti...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge