Investing.com - I futures del greggio sono in calo questo lunedì, tra le dichiarazioni del Ministro del petrolio saudita ed un dollaro ancora più forte.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il greggio Brent con consegna a giugno è in calo di 72 centesimi, o dell’1,13%, a 62,73 dollari al barile. Stamane i futures hanno toccato il massimo della seduta di 64,34.
Il petrolio è sceso dopo che il Ministro del petrolio saudita Ali al-Naimi ha dichiarato che la produzione dell’Arabia Saudita rimarrà intorno ai valori record di 10 milioni di barili al giorno ad aprile.
La scorsa settimana l’OPEC ha dichiarato che l’Arabia Saudita ha aumentato la produzione di greggio di 668.000 barili al giorno a marzo rispetto al mese precedente, per un totale di 10,294 milioni di barili, il massimo delle ultime tre decadi, sottolineando i timori di un eccesso di scorte globali.
Sul New York Mercantile Exchange, il greggio con consegna a giugno ha toccato un massimo intraday di 58,30 dollari al barile, per poi invertire la rotta ed attestarsi a 56,84 dollari, in calo di 48 centesimi, o dello 0,85%.
Intanto, l’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, sale dello 0,5% a 98,11 questa mattina.
L’indice è sceso dell’1,9% la scorsa settimana, nella speculazione che la Federal Reserve possa rinviare l’aumento dei tassi di interesse alla fine del 2015, invece di intervenire sulla politica monetaria a metà anno, dopo i recenti dati economici deludenti che hanno pesato sull’ottimismo per la ripresa economica.
Il prezzi del petrolio è salito stamane nella speculazione di un aumento della produzione USA e dopo la decisione a sorpresa della banca centrale cinese di tagliare il coefficiente di riserva obbligatorio nel corso del weekend.
L’agenzia di ricerche di settore Baker Hughes (NYSE:BHI) venerdì ha dichiarato che il numero degli impianti di trivellazione negli Stati Uniti si è ridotto di 26 unità a 734 la scorsa settimana, il minimo dal 2010. Si tratta del diciannovesimo calo settimanale consecutivo.
I traders hanno seguito da vicino la riduzione degli impianti di trivellazione negli ultimi mesi per cercare di capire se possa contribuire a ridurre l’eccesso di greggio sul mercato.
Il greggio è stato incoraggiato inoltre dalla decisione della Banca Popolare Cinese di abbassare il coefficiente di riserva obbligatorio al 18,5% dal 19,5% per sostenere l’attività economica.
La decisione ha seguito i dati ufficiali della scorsa settimana che hanno rivelato una crescita del 7,0% dell’economia cinese nel primo trimestre, il tasso più lento dalla crisi finanziaria del 2008.
Anche i dati sulla produzione industriale, le vendite al dettaglio e gli investimenti fixed asset hanno deluso le aspettative, segnale che la Cina deve intervenire per evitare un ulteriore indebolimento economico.
La Cina è il secondo consumatore mondiale di greggio dopo gli Stati Uniti ed è stata il motore del rafforzamento della domanda.
Lo spread tra il Brent ed il WTI è di 4,43 dollari al barile, contro i 6,13 dollari segnati alla chiusura di venerdì.