Investing.com - Le preoccupazioni nell’area del Golfo persico tornano a movimentare il mercato del petrolio. Torna a crescere, infatti, il prezzo del greggio superando i 52 dollari al barile, accompagnato dal Brent che viene scambiato sopra quota 61 dollari.
Secondo l’agenzia Reuters e l’iraniana Press Tv, due petroliere sarebbero in fiamme al largo dell’Oman. Si tratta della nave Altair, battente bandiera delle Isole Marshall, e della KoKuka, legata a Panama.
Alle agenzie, si è unita la Quinta flotta degli Stati Uniti presso il Bahrein, la quale ha dichiarato di aver ricevuto una richiesta di aiuto da una delle due navi. Il comunicato della marina militare americana parla “di due allarmi distinti, uno alle 6.12 e l’altro alle 7 (ora locale)”.
I sospetti sono caduti su un sabotaggio di matrice iraniana, ma da Teheran hanno smentito l’accaduto, anche se restano i pericoli di una escalation delle tensioni tra USA e Iran.
Intanto, secondo quanto scrive il giornale Tradewinds, ulteriori tensioni sarebbero esplose negli Emirati Arabi, dove la nave norvegese Frontline sarebbe stata colpita da un siluro al largo del porto di Fujairah.
Le tensioni seguono quelle già esistenti nell’area, dove il mese scorso erano state sabotate due petroliere saudite, con le conseguenti accuse di Riad e Washington verso l’Iran, accusata del gesto.
A Milano, intanto, le azioni dei titoli petroliferi sono sostenute dalle notizie di cronaca. Italgas (MI:IG), infatti, guadagna oltre l’1%, seguita da Tenaris (MI:TENR), Saras (MI:SRS), Saipem (MI:SPMI) e Eni (MI:ENI), tutte positive.