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Futures del greggio - previsione settimanale: 26 - 30 ottobre

Pubblicato 25.10.2015, 13:57
© Reuters.  Il greggio crolla al minimo di 3 settimane, pesa il dollaro forte
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Investing.com - I futures del greggio sono crollati al minimo di tre settimane venerdì, per via del dollaro forte e dei timori per l’eccesso di scorte globali che hanno pesato sui prezzi.

Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il greggio Brent con consegna a dicembre è sceso di 9 centesimi, o dello 0,19% venerdì ed ha chiuso a 47,99 dollari al barile. Precedentemente, il prezzo è crollato a 47,45 dollari, il minimo dal 2 ottobre.

L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, venerdì ha chiuso con un’impennata a 97,24, il massimo dal 12 agosto. Il biglietto verde ha chiuso la settimana schizzando del 2,8%, il primo aumento settimanale in quattro settimane.

I contratti dei futures del greggio valutati in dollari tendono a scendere in concomitanza all’aumento del dollaro, dal momento che il greggio diventa più costoso per i titolari di altre valute.

Il dollaro è schizzato per via della differenza tra la politica monetaria attuata dalla Federal Reserve e quella scelta dalle controparti europee ed asiatiche.

Sulla settimana, i futures del greggio Brent scambiati sulla borsa di Londra sono crollati di 2,39 dollari, o del 4,89% a causa dei crescenti timori per lo stato di salute dell’economia globale che fanno presagire che l’eccesso di scorte possa durare più a lungo del previsto.

Venerdì, la Banca Popolare Cinese ha tagliato il tasso di interesse di riferimento di un quarto di punto percentuale al 4,35%, l’ultima di una serie di misure mirate a stimolare l’attività economica e a dare slancio alla crescita.

Si tratta del sesto taglio in 12 mesi ed ha scatenato i timori che la crescita economica si stia indebolendo più del previsto.

La decisione ha seguito i dati governativi che hanno mostrato che la crescita economica del terzo trimestre è scesa al 6,9%: è la prima volta dalla crisi finanziaria globale che il prodotto interno lordo segna una crescita inferiore al 7%.

La Cina è il secondo consumatore mondiale di greggio dopo gli Stati Uniti ed è stato il motore del rafforzamento della domanda.

Sul New York Mercantile Exchange, il greggio con consegna a novembre crolla di 78 centesimi, o dell’1,72%, chiudendo la seduta di venerdì a 44,60 dollari al barile. Il prezzo si è precedentemente attestato a 44,20 dollari, un livello che non si registrava dal 2 ottobre.

Il crollo del greggio Nymex ha seguito le dichiarazioni di venerdì del gruppo di ricerche di mercato Baker Hughes (N:BHI) secondo cui il numero degli impianti di trivellazione negli Stati Uniti è sceso di una unità la scorsa settimana a 594, l’ottavo calo settimanale consecutivo.

I futures del greggio scambiati sulla borsa di New York sono crollati di 2,67 dollari, o del 5,63% sulla settimana, dal momento che i traders sono preoccupati per l’eccesso di scorte nonostante le previsioni ribassiste sulla produzione.

Secondo la U.S. Energy Information Administration, le scorte di greggio sono aumentate di 8,0 milioni di barili la scorsa settimana. Gli analisti avevano previsto un aumento di 3,9 milioni di barili.

Le scorte statunitensi ammontano a 476,6 milioni di barili, un livello che non si registrava da almeno 80 anni in questo periodo dell’anno.

La produzione globale di greggio supera ancora di gran lunga la domanda per via dell’aumento della produzione del petrolio di scisto negli Stati Uniti ed in seguito alla decisione dello scorso anno dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio di non tagliare la produzione.

L’Arabia Saudita e gli altri paesi del Golfo membri dell’OPEC hanno dichiarato che sono intenzionati a tenere ancora alta la produzione per difendere il loro ruolo sul mercato.

Il prezzo del greggio è crollato di quasi il 60% dalla scorsa estate per via della preoccupazione per l’eccesso di greggio sui mercati globali.

Intanto, lo spread tra i contratti del greggio Brent e quelli WTI è di 3,39 dollari al barile alla chiusura di venerdì, rispetto ai 2,70 dollari segnati alla chiusura di giovedì.

Nella settimana ormai alle porte, l’attenzione degli investitori sarà rivolta alla dichiarazione di politica monetaria della Federal Reserve, attesa per mercoledì, per avere maggiori indicazioni sulla tempistica di un primo aumento dei tassi.

I riflettori saranno puntati inoltre sulla stima preliminare sulla crescita economica statunitense del terzo trimestre, prevista per giovedì, per valutare la forza dell’economia.

In vista della prossima settimana, Investing.com ha compilato una lista di questi ed altri eventi significativi che potrebbero influenzare i mercati.

Lunedì 26 ottobre

Nella zona euro, l’Istituto Ifo pubblicherà il report sul sentimento economico tedesco.

Gli Stati Uniti rilasceranno i dati sulle vendite di case nuove.

Martedì 27 ottobre

Il Regno Unito pubblicherà i dati preliminari sulla crescita economica del terzo trimestre.

Gli USA renderanno noti i dati sugli ordinativi di beni durevoli e sulla fiducia dei consumatori, mentre l’American Petroleum Institute, un gruppo del settore, pubblicherà il report settimanale sulle scorte di greggio.

Mercoledì 28 ottobre

Gli Stati Uniti pubblicheranno il report governativo settimanale sulle scorte di greggio.

Nel corso della giornata, la Federal Reserve annuncerà il tasso di interesse di riferimento e pubblicherà la dichiarazione sui tassi, in cui verranno delineate le condizioni economiche ed i fattori che influenzano le decisioni di politica monetaria.

Giovedì 29 ottobre

Nella zona euro, Spagna e Germania rilasceranno i dati preliminari sull’inflazione e la Germania pubblicherà i dati sulla variazione del numero degli occupati.

Gli Stati Uniti rilasceranno ulteriori dati sulla crescita economica del terzo trimestre, il report settimanale sulle nuove richieste di sussidio di disoccupazione ed i dati del settore privato sulle vendite di case in corso.

Venerdì 30 ottobre

La Banca del Giappone annuncerà il tasso di interesse di riferimento e pubblicherà la dichiarazione sui tassi, in cui sono delineate le condizioni economiche ed i fattori che influenzano le decisioni di politica economica.

La zona euro rilascerà i dati preliminari sull’indice dei prezzi al consumo e sulla disoccupazione, mentre la Germania pubblicherà i dati sulle vendite al dettaglio.

Gli Stati Uniti chiuderanno la settimana con i dati sui redditi e le spese personali ed il report sull’attività manifatturiera nella regione di Chicago.

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