Investing.com - I futures del greggio sono in salita questo martedì; gli investitori attendono gli importanti dati sulle forniture settimanali USA per valutare la forza della domanda dal principale consumatore mondiale di greggio.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio West Texas Intermediate con consegna a gennaio sono scambiati a 97,78 dollari a barile negli scambi della mattinata europea, in salita dello 0,45%. I futures del greggio scambiati sulla borsa di New York sono rimasti in un range che va da 97,11 dollari al barile e 97,88 dollari al barile.
Il contratto di gennaio ieri è sceso dello 0,32% a 97,34 dollari al barile.
I futures del greggio Nymex troveranno supporto a 96,30 dollari al barile, il minimo dal 4 dicembre e resistenza a 98,51 dollari al barile, il massimo dal 29 ottobre.
L’American Petroleum Institute pubblicherà il report sulle scorte nel corso della giornata, mentre il report governativo di mercoledì dovrebbe mostrare che le scorte di greggio sono diminuite di 2,7 milioni di barili nella settimana conclusasi il 6 dicembre.
Nelle ultime settimane i traders hanno nutrito dei timori per l’aumento delle scorte USA e della produzione industriale. Le scorte USA di greggio sono diminuite di 5,6 milioni di barili la settimana scorsa a 385,8 milioni di barili, il primo calo settimanale delle ultime 11 settimane.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, i futures Brent del greggio con consegna a gennaio sono aumentate dello 0,45% a 109,92 dollari al barile, mentre lo spread tra i contratti del greggio Brent e quelli statunitensi si è ridotto a 12,14 dollari al barile.
I futures Brent del greggio scambiati sulla borsa di Londra sono crollati del 2% ieri a 109,39 dollari al barile dopo i deludenti dati sulle fabbriche in Germania che hanno alimentato i timori per un rallentamento della domanda dalla principale economia della zona euro.
I prezzi sono rimbalzati dopo i dati di questa mattina che hanno mostrato che la produzione industriale cinese è aumentata meno del previsto a novembre, mentre le vendite al dettaglio hanno superato le aspettative.
La produzione industriale cinese è aumentata del 10% il mese scorso, al di sotto del previsto aumento del 10,1%, mentre le vendite al dettaglio sono aumentate del 13,7%, contro le aspettative di una crescita del 13,3%.
La Cina è il secondo consumatore mondiale di petrolio dopo gli Stati Uniti ed è stato il motore del rafforzamento della domanda.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio West Texas Intermediate con consegna a gennaio sono scambiati a 97,78 dollari a barile negli scambi della mattinata europea, in salita dello 0,45%. I futures del greggio scambiati sulla borsa di New York sono rimasti in un range che va da 97,11 dollari al barile e 97,88 dollari al barile.
Il contratto di gennaio ieri è sceso dello 0,32% a 97,34 dollari al barile.
I futures del greggio Nymex troveranno supporto a 96,30 dollari al barile, il minimo dal 4 dicembre e resistenza a 98,51 dollari al barile, il massimo dal 29 ottobre.
L’American Petroleum Institute pubblicherà il report sulle scorte nel corso della giornata, mentre il report governativo di mercoledì dovrebbe mostrare che le scorte di greggio sono diminuite di 2,7 milioni di barili nella settimana conclusasi il 6 dicembre.
Nelle ultime settimane i traders hanno nutrito dei timori per l’aumento delle scorte USA e della produzione industriale. Le scorte USA di greggio sono diminuite di 5,6 milioni di barili la settimana scorsa a 385,8 milioni di barili, il primo calo settimanale delle ultime 11 settimane.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, i futures Brent del greggio con consegna a gennaio sono aumentate dello 0,45% a 109,92 dollari al barile, mentre lo spread tra i contratti del greggio Brent e quelli statunitensi si è ridotto a 12,14 dollari al barile.
I futures Brent del greggio scambiati sulla borsa di Londra sono crollati del 2% ieri a 109,39 dollari al barile dopo i deludenti dati sulle fabbriche in Germania che hanno alimentato i timori per un rallentamento della domanda dalla principale economia della zona euro.
I prezzi sono rimbalzati dopo i dati di questa mattina che hanno mostrato che la produzione industriale cinese è aumentata meno del previsto a novembre, mentre le vendite al dettaglio hanno superato le aspettative.
La produzione industriale cinese è aumentata del 10% il mese scorso, al di sotto del previsto aumento del 10,1%, mentre le vendite al dettaglio sono aumentate del 13,7%, contro le aspettative di una crescita del 13,3%.
La Cina è il secondo consumatore mondiale di petrolio dopo gli Stati Uniti ed è stato il motore del rafforzamento della domanda.