Investing.com – I futures del petrolio greggio sono saliti oggi per il secondo giorno, le speranze per un successo dello swap del debito hanno spinto il sentimento, mentre i traders continuano a monitorare le tensioni sul programma nucleare iraniano.
Nel corso della mattinata europea, sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna ad aprile sono stati scambiati a 106,63 dollari al barile, in calo dello 0,45%.
Precedentemente il prezzo era salito dello 0,65%, al massimo di due giorni di 106,86 dollari al barile.
Il sentimento del mercato ha trovato un certo supporto dalla notizia che un gran numero scadenza per la firma dell’accordo swap da parte dei creditori, un accordo che mira al writing down del 53,5% del debito del paese, pari a 177 miliardi di euro.
Lo swap è di vitale importanza per la Grecia, per ridurre il suo debito ed assicurare un salvataggio di 130 miliardi. Senza il pacchetto la Grecia potrebbe potenzialmente cadere in un default del debito questo mese.
La notizia ha indebolito il dollaro spingendo gli investitori verso gli asset più rischiosi, come titoli e materie prime. L'indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di sei principali valute, è sceso dello 0,1% a 79,65.
Il dollaro più debole solitamente spinge il petrolio, poiché renden le materie prime espresse in dollari meno costose per i titolari di altre valute.
I prezzi hanno ricevuto un nuovo impulso da una notizia del Wall Street Journal che afferma che la Federal Reserve sta prendendo in considerazione un nuovo tipo di programma di acquisti, noto anche come allentamento quantitativo, per aiutare a stimolare l'economia americana.
BNP Paribas ha dichiarato in una precedente relazione che il QE 2.5 o QE 3-lite “nei prossimi due o tre mesi è possibile”.
Intanto i prezzi trovano il supporto dalle tensioni per le forniture dall’Iran ed i timori per il programma nucleare del paese.
L'Associated Press ha riferito che le immagini satellitari del complesso militare iraniano in Parchin sembrano mostrare camion e veicoli movimento terra, che indicano un tentativo di pulizia delle tracce radioattive eventualmente lasciate dai test di armi nucleari.
Martedì scorso, i funzionari iraniani hanno dichiarato che permetteranno agli ispettori nucleari delle Nazioni Unite di visitare il complesso militare di Parchin precedentemente off-limits.
Due esperti in materia hanno affermato che gli equipaggi presso il sito militare di Parchin potrebbero tentare di cancellare le prove dei test di un piccolo dispositivo di neutroni sperimentale utilizzato per innescare un’esplosione nucleare.
Restano al centro dell’attenzione anche le tensioni tra Iran e Israele. Si teme che l’escalation delle ostilità tra i due paesi possa sfociare in un conflitto che manderebbe i prezzi del petrolio alle stelle.
Israele e Stati Uniti hanno già dichiarato che si sta facendo il possibile per impedire alla Repubblica Islamica di acquisire armi nucleari.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna ad aprile sono stati scambiati a 124,78 dollari al barile, in salita dello 0,53%, 18,15 dollari al barile in più rispetto alla controparte statunitense.
Nel corso della mattinata europea, sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna ad aprile sono stati scambiati a 106,63 dollari al barile, in calo dello 0,45%.
Precedentemente il prezzo era salito dello 0,65%, al massimo di due giorni di 106,86 dollari al barile.
Il sentimento del mercato ha trovato un certo supporto dalla notizia che un gran numero scadenza per la firma dell’accordo swap da parte dei creditori, un accordo che mira al writing down del 53,5% del debito del paese, pari a 177 miliardi di euro.
Lo swap è di vitale importanza per la Grecia, per ridurre il suo debito ed assicurare un salvataggio di 130 miliardi. Senza il pacchetto la Grecia potrebbe potenzialmente cadere in un default del debito questo mese.
La notizia ha indebolito il dollaro spingendo gli investitori verso gli asset più rischiosi, come titoli e materie prime. L'indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di sei principali valute, è sceso dello 0,1% a 79,65.
Il dollaro più debole solitamente spinge il petrolio, poiché renden le materie prime espresse in dollari meno costose per i titolari di altre valute.
I prezzi hanno ricevuto un nuovo impulso da una notizia del Wall Street Journal che afferma che la Federal Reserve sta prendendo in considerazione un nuovo tipo di programma di acquisti, noto anche come allentamento quantitativo, per aiutare a stimolare l'economia americana.
BNP Paribas ha dichiarato in una precedente relazione che il QE 2.5 o QE 3-lite “nei prossimi due o tre mesi è possibile”.
Intanto i prezzi trovano il supporto dalle tensioni per le forniture dall’Iran ed i timori per il programma nucleare del paese.
L'Associated Press ha riferito che le immagini satellitari del complesso militare iraniano in Parchin sembrano mostrare camion e veicoli movimento terra, che indicano un tentativo di pulizia delle tracce radioattive eventualmente lasciate dai test di armi nucleari.
Martedì scorso, i funzionari iraniani hanno dichiarato che permetteranno agli ispettori nucleari delle Nazioni Unite di visitare il complesso militare di Parchin precedentemente off-limits.
Due esperti in materia hanno affermato che gli equipaggi presso il sito militare di Parchin potrebbero tentare di cancellare le prove dei test di un piccolo dispositivo di neutroni sperimentale utilizzato per innescare un’esplosione nucleare.
Restano al centro dell’attenzione anche le tensioni tra Iran e Israele. Si teme che l’escalation delle ostilità tra i due paesi possa sfociare in un conflitto che manderebbe i prezzi del petrolio alle stelle.
Israele e Stati Uniti hanno già dichiarato che si sta facendo il possibile per impedire alla Repubblica Islamica di acquisire armi nucleari.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna ad aprile sono stati scambiati a 124,78 dollari al barile, in salita dello 0,53%, 18,15 dollari al barile in più rispetto alla controparte statunitense.