Investing.com - Il prezzo del rame scende questo giovedì, dal momento che la Federal Reserve non ha escluso un aumento dei tassi a dicembre, mentre persistono i timori per la domanda futura dalla Cina, il principale consumatore del metallo rosso.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, il rame con consegna a dicembre scende di 2,4 centesimi, o dello 0,99%, a 2,339 dollari la libbra negli scambi della mattinata londinese. Ieri, il rame ha chiuso pressoché invariato.
La Fed ieri ha mantenuto i tassi di interesse invariati a conclusione dei due giorni di vertice di politica monetaria, come previsto, ma ha sorpreso i mercati con la dichiarazione che contiene un riferimento esplicito al prossimo vertice.
Nella dichiarazione della banca centrale non viene ribadito che i rischi globali avranno un impatto sull’economia statunitense, come si legge invece nella dichiarazione di settembre.
Gli investitori hanno interpretato l’omissione come un segnale di ottimismo che potrebbe convincere la banca ad alzare i tassi a breve termine.
Il tono inaspettatamente ottimista ha spinto il dollaro che ha segnato un’impennata contro il paniere delle altre principali valute al massimo di oltre due mesi.
Un dollaro forte riduce la richiesta di materie prime come investimento alternativo e rende le materie prime espresse in dollari più costose per i titolari di altre valute.
I traders attendono ora i dati sulla crescita del terzo trimestre negli Stati Uniti, previsti alle 8:30 ET, per avere maggiori indicazioni sulla forza dell’economia.
Il report dovrebbe mostrare una crescita economica dell’1,6% nel trimestre terminato il 30 settembre, in calo dal 3,9% del secondo trimestre, per via dell’indebolimento economico globale.
Gli operatori dei mercati si interrogano sulla tempistica del primo aumento dei tassi da parte della Federal Reserve in quasi un decennio, dopo i recenti report economici che hanno rivelato un quadro misto dell’economia USA.
Negli ultimi mesi i riflettori sono stati puntati sulla tempistica dell’aumento dei tassi da parte della Fed. La banca centrale USA ha in programma un altro vertice di politica monetaria quest’anno, a metà dicembre.
Nelle ultime settimane, gli investitori hanno rinviato le aspettative di un aumento dei tassi al marzo del 2016 per via dell’indebolimento dell’economia globale e del suo impatto sulle prospettive di crescita USA.
Il prezzo del rame è andato sotto pressione nelle ultime settimane a causa dei timori per un indebolimento economico globale scatenato dalla Cina, timori che hanno messo in guardia i traders e pesato sul sentimento.
Dai dati governativi cinesi rilasciati all’inizio del mese è emerso che l’economia cinese è cresciuta del 6,9% nel terzo trimestre; è la prima volta dalla crisi finanziaria globale che il prodotto interno lordo della nazione asiatica registra una crescita inferiore al 7%.
I dati deludenti hanno spinto la Banca Popolare Cinese a tagliare il tasso di interesse di riferimento di un quarto di punto percentuale la scorsa settimana, l’ultima di una serie di misure mirate a stimolare l’attività economica ed incoraggiare la crescita.
Si tratta del sesto taglio dei tassi in 12 mesi ed ha alimentato i timori che la crescita economica si stia indebolendo più del previsto.
La nazione asiatica, col 40% della richiesta globale di rame lo scorso anno, è il principale consumatore mondiale del metallo rosso.
Intanto, i futures dell’oro con consegna a dicembre crollano di 16,50 dollari, o dell’1,4%, a 1.159,60 dollari l’oncia, dopo che la Federal Reserve ha reso noto che i tassi potrebbero essere alzati a dicembre.
Le aspettative di un aumento anticipato dei tassi di interesse pesano sull’oro, poiché il metallo prezioso non riesce a tenere il passo con gli investimenti ad alto rendimento in concomitanza all’aumento dei tassi.