Investing.com - Il prezzo dell’oro è sceso venerdì, mentre i mercati azionari globali hanno segnato una ripresa, ma il metallo prezioso ha registrato comunque la miglior settimana dalla fine del 2008, grazie all’aumento della richiesta di investimenti rifugio.
L’oro con consegna a febbraio sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange è sceso di 8,40 dollari, o dello 0,67%, chiudendo la settimana a 1.239,40 dollari l’oncia troy.
Wall Street ha chiuso in forte rialzo venerdì, con l’indice Dow su di oltre 300 punti interrompendo un crollo durato cinque giorni, mentre i titoli dei settori energetico e finanziario hanno subito un’impennata. I titoli azionari USA sono crollati giovedì sulla scia di un selloff globale, con l’indice Dow giù di oltre 250 punti.
Anche altri tradizionali investimenti rifugio sono scesi venerdì, come i bond governativi statunitensi e tedeschi, nonché lo yen.
Intanto, gli investitori hanno valutato i dati sulle vendite al dettaglio USA, su dello 0,2% a gennaio contro lo 0,1% previsto. I prezzi all’importazione statunitensi sono scesi dell’1,1%, meno del previsto. Altri dati rilasciati venerdì hanno mostrato che il sentimento dei consumatori ha deluso le attese e le scorte delle imprese sono aumentate dello 0,1% a dicembre.
I traders hanno seguito inoltre con particolare attenzione i commenti del Presidente della Fed di New York William Dudley, secondo cui le principali componenti dell’economia statunitense restano positive.
Giovedì, l’oro è schizzato a 1.263,90 dollari, il massimo dal febbraio del 2015, prima di attestarsi a 1.247,80 dollari, con un’impennata di 53,20 dollari, o del 4,45%, in un clima di scetticismo circa la possibilità che la Federal Reserve riesca ad alzare i tassi di interesse come annunciato quest’anno.
Mercoledì la Presidente della Fed Janet Yellen ha dichiarato che le condizioni finanziarie non stanno supportando la crescita dal momento che gli sviluppi esteri costituiscono dei rischi per le previsioni economiche; tuttavia la Yellen ha ribadito che la moderata crescita nella nazione potrebbe giustificare “modifiche graduali” alla politica monetaria della Fed.
Un aumento graduale dei tassi di interesse avrebbe ripercussioni minori per il prezzo dell’oro rispetto ad una serie di aumenti in un breve lasso di tempo.
Sulla settimana, il prezzo dell’oro è schizzato di 65,60 dollari, o del 7,02%, il terzo aumento settimanale consecutivo e la performance settimanale migliore dal dicembre del 2008.
I futures del’oro sono stati supportati nelle ultime settimane tra i segnali che i problemi economici e finanziari globali possano convincere la Fed a non alzare i tassi di interesse come annunciato quest’anno. I traders non prevedono ulteriori aumenti dei tassi quest’anno, mentre la Fed ha intenzione di effettuare quattro aumenti.
Il prezzo dell’oro è schizzato di oltre il 16% finora quest’anno poiché gli investitori scelgono gli investimenti rifugio per via dell’instabilità sugli altri mercati finanziari.
Sempre sul Comex, i futures dell’argento con consegna a marzo sono scesi di 0,4 centesimi, o dello 0,03% venerdì, chiudendo a 15,79 dollari l’oncia troy. Giovedì, l’argento è salito a 15,99 dollari, il massimo dal 29 ottobre.
Sulla settimana, i futures dell’argento sono schizzati di 79,0 centesimi, o del 6,85%, il quarto aumento settimanale consecutivo.
Intanto, il rame con consegna a marzo venerdì ha segnato un’impennata di 2,2 centesimi, o dell’1,12% chiudendo la settimana a 2,029 dollari la libbra, dal momento che gli investitori hanno chiuso le posizioni ribassiste in vista dei dati cinesi previsti la prossima settimana e del lungo weekend festivo negli Stati Uniti.
Sulla settimana, il prezzo Comex del rame è crollato di 5,2 centesimi, o del 3,48%, nei timori per un indebolimento economico globale scatenato dalla Cina.
Questa settimana, l’attenzione degli investitori sarà rivolta ai dati sull’inflazione USA per avere maggiori indicazioni sull’eventualità che la Federal Reserve aumenti ancora i tassi di interesse quest’anno.
La Cina pubblicherà gli attesissimi dati sul commercio e l’inflazione ed i mercati della nazione riapriranno domani dopo la vacanza per il Capodanno Lunare.
In vista della prossima settimana, Investing.com ha compilato una lista di questi ed altri eventi significativi che potrebbero influenzare i mercati.
Lunedì 15 febbraio
Il Giappone rilascerà i dati preliminari sulla crescita economica del quarto trimestre.
La Cina pubblicherà il report sulla bilancia commerciale.
Il Presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi testimonierà sulla politica monetaria davanti alla Commissione per gli Affari Economici e Monetari del Parlamento Europeo a Bruxelles.
I mercati statunitensi resteranno chiusi per festa nazionale.
Martedì 16 febbraio
Il Regno Unito pubblicherà i dati sull’inflazione al consumo.
Nella zona euro, l’Istituto ZEW rilascerà il report sul sentimento economico tedesco.
Gli Stati Uniti pubblicheranno il report sull’attività del settore manifatturiero nella regione di New York.
Mercoledì 17 febbraio
Il Regno Unito rilascerà il report mensile sull’occupazione.
Gli Stati Uniti renderanno noti i dati sui prezzi alla produzione, le concessioni edilizie, le nuove costruzioni e la produzione industriale.
Nel corso della giornata la Fed pubblicherà i verbali del vertice di politica monetaria di gennaio, durante il quale ha mantenuto i tassi invariati.
Giovedì 18 gennaio
La Cina rilascerà i dati sull’indice dei prezzi al consumo e sull’indice dei prezzi alla produzione.
La BCE pubblicherà i verbali dell’ultimo vertice di politica monetaria.
Gli Stati Uniti pubblicheranno i report sull’attività del settore manifatturiero a Philadelphia e sulle nuove richieste di sussidio di disoccupazione.
Venerdì 19 febbraio
Il Regno Unito rilascerà i dati sulle vendite al dettaglio ed i prestiti al settore pubblico.
Gli Stati Uniti chiuderanno la settimana con i dati sull’inflazione al consumo.