Investing.com - L’oro è sceso bruscamente lo scorso venerdì, con i dati USA che hanno alimentato l’ottimismo sulla ripresa economica sostenendo il dollaro e facendo diventare più tangibile la possibilità di un aumento dei tassi di interesse dalla Fed.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, l’oro con consegna ad aprile ha chiuso venerdì in calo di 18,40 dollari, o dell’1,49%, chiudendo la settimana a 1.220,40 dollari l’oncia troy.
L’oro è sceso dopo che il dollaro USA ha segnato una ripresa dovuta ai dati che hanno mostrato una crescita dell’economia USA al tasso annuo dell’1,0% nel trimestre terminato a dicembre, contro la stima preliminare di una crescita dello 0,7%. Gli economisti avevano previsto una crescita dello 0,4%.
Altri dati hanno dimostrato che le spese pro capite, l’inflazione e la fiducia dei consumatori hanno segnato un aumento a gennaio, dando così un’indicazione di ripresa per l’economia USA.
La probabilità di un aumento dei tassi Fed a giugno sale al 32,2%, dal 19,7% dopo i dati, secondo il sito FedWatch del CME Group. Un aumento dei tassi è ribassista per l’oro, poiché il metallo prezioso fatica a competere con gli investimenti ad alto rendimento quando i tassi sono alti. L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è salito dello 0,71% lo scorso venerdì, a 98,13, il massimo dal 3 febbraio.
Un dollaro più forte pesa solitamente sull’oro, allentando l’appeal del metallo prezioso come investimento alternativo e rende le materie prime espresse in dollari più costose per i titolari di altre valute.
Sulla settimana il metallo prezioso ha perso 6,30 dollari, o lo 0,86%, il secondo calo settimanale consecutivo. Tuttavia, quest’anno l’oro ha guadagnato il 15%, nella speculazione che l’andamento dell’economia e della finanza globale possa incidere sull’andamento degli aumenti dei tassi di interesse.
Sul Comex i futures dell’argento con consegna a marzo hanno segnato un calo di 48,1 centesimi, o del 3,17%, chiudendo venerdì a 14,68 dollari l’oncia troy. Sulla settimana i futures dell’argento hanno segnato un calo di 67,6 centesimi, o del 4,45%, il secondo calo settimanale consecutivo.
Ilrame con consegna a marzo ha segnato un aumento di 5,1 centesimi, o del 2,49%, chiudendo la settimana a 2,118 dollari la libbra, vicino al massimo di due settimane. È stato toccato il picco intraday di 2,156 dollari dopo che la banca centrale cinese ha dichiarato che l’economia del paese ha la possibilità e gli strumenti per sostenere la ripresa economica.
La Cina è il principale consumatore mondiale di rame, col 45% della richiesta globale.
I prezzi del rame hanno segnato un aumento di 2,1 centesimi, o del 2,07%, nelle aspettative di un ulteriore stimolo da parte delle banche centrali di Europa e Asia.
Nella prossima settimana oramai alle porte, gli investitori si concentreranno sui dati USA sull’occupazione non agricola che saranno rilasciati venerdì e sui dati cinesi relativi al comparto manifatturiero cinese che saranno rilasciati martedì.
In vista dell’imminente inizio di settimana, Investing.com ha compilato una lista di questi ed altri eventi significativi che potrebbero influenzare i mercati.
Lunedì 29 febbraio
La zona euro rilascerà i dati preliminari sull’indice dei prezzi al consumo, mentre la Germania rilascerà un report sulle vendite al dettaglio.
Gli USA pubblicheranno un report sull’attività delle imprese nell’area di Chicago, unitamente ad un report sulle vendite di case esistenti.
Martedì 1 marzo
La Cina pubblicherà l’indice PMI manifatturiero e non manifatturiero, unitamente all’indice Caixin sull’attività del comparto manifatturiero.
Negli USA l’Institute of Supply Management rilascerà i dati sull’attività manifatturiera, mentre l’American Petroleum Institute rilascerà i dati settimanali sulle scorte di greggio USA.
Mercoledì 2 marzo
Gli USA rilasceranno il report ADP sulla creazione di nuovi posti di lavoro nel settore privato.
Giovedì 3 marzo
La Cina rilascerà l’indice Caixin non manifatturiero.
Gli USA rilasceranno i dati sulle nuove richieste di sussidio di disoccupazione, oltre ai dati sugli ordinativi industriali e l’indice ISM non manifatturiero.
Venerdì 4 marzo
Gli USA chiuderanno la settimana con l’attesissimo report sull’occupazione non agricola e con i dati sulla bilancia commerciale.