In AllianceBernstein non credono che per il settore sia giunto l’inizio della fine, ma nel tempo sarà sicuramente necessario un sostanziale cambiamento in ambito energetico e le società dovranno adattarsi
L’Accordo di Parigi, che limita le emissioni al fine di mantenere l’aumento delle temperature globali entro i due gradi centigradi, ha indotto le aziende di tutto il mondo a concentrarsi sul loro impatto ambientale. Il settore energetico è tra quelli maggiormente coinvolti in questo processo e, come viene sottolineato da AllianceBernstein, a guidare gli sforzi per ridurre le emissioni e diversificare l’attività nel campo delle energie rinnovabili ci sono le compagnie europee di esplorazione e produzione integrate, non solo perché l’Europa ha un vantaggio in termini di pianificazione e preparazione ai cambiamenti climatici, ma anche perché dispone dei giusti finanziamenti.
GLI EFFETTI DELLA PANDEMIA SUL SETTORE DEL PETROLIO
A questo quadro non facile per il settore energetico si è aggiunta la pandemia che ha paralizzato la domanda di petrolio, proprio mentre la concorrenza tra Arabia Saudita e Russia aveva determinato un’eccedenza di offerta, facendo crollare i prezzi. Una situazione che ha indotto le compagnie di esplorazione e produzione ad assumere un atteggiamento ancor più prudente in termini di investimento di capitale, con l’effetto di rallentare il business delle società di servizi petroliferi. Gli esperti di AllianceBernstein non sono certi che la domanda di petrolio tornerà ai livelli pre-Covid, ma ritengono che le prospettive a breve termine dei prezzi siano promettenti, soprattutto se l’offerta aumenterà più lentamente della domanda. E’ prevedibile, spiegano, che la spesa in conto capitale si sposterà verso le energie rinnovabili, ma i combustibili fossili continueranno a ricoprire un ruolo importante nel mix energetico dei prossimi decenni...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge