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Greggio giù; Arabia Saudita conferma rinvio vertice sul taglio della produzione

Pubblicato 17.06.2019, 14:15
© Reuters.
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Investing.com - I prezzi del greggio perdono terreno questo lunedì, il rinvio di un vertice chiave per la proroga dei tagli alla produzione da parte dei principali esportatori ha accresciuto l’incertezza riguardo all’accordo.

I future del greggio West Texas Intermediate scambiati a New York scendono di 49 centesimi, o dello 0,9%, a 52,02 dollari al barile alle 8:10 ET (12:10 GMT), mentre i future del Brent, il riferimento per i prezzi al di fuori degli Stati Uniti, vanno giù di 53 centesimi, o dello 0,9%, a 61,48 dollari.

“Speriamo di raggiungere un accordo sulla proroga del nostro patto quando ci incontreremo tra due settimane a Vienna”, ha riferito ai giornalisti il Ministro per l’Energia saudita Khalid al-Falih a margine del vertice dei ministri dell’energia e dell’ambiente del G20 in Giappone, secondo Reuters.

Quando gli è stato chiesto quando si terrà il vertice, ha risposto: “Probabilmente nella prima settimana di luglio”.

I commenti sembrano un passo indietro rispetto alle dichiarazioni di inizio giugno secondo cui i partecipanti all’accordo sui tagli alla produzione sarebbero stati “vicini” al raggiungimento di un’intesa.

Una settimana fa Falih aveva indicato che la Russia, a capo dei membri non-OPEC, era l’unica indecisa.

Il riferimento a luglio sembra confermare le settimane di speculazioni sul fatto che le date originali del vertice (25 giugno per l’OPEC ed il giorno successivo insieme ai non-membri) sarebbero state spostate per volere della Russia. L’OPEC non ha ancora cambiato ufficialmente il programma ufficiale.

“Più a lungo l’OPEC rinvierà il vertice e più dubbi ci saranno a proposito del fatto che abbia abbastanza supporto da parte dei suoi membri ed alleati per prorogare i tagli tanto importanti per compensare parte di quelle scorte abbondanti di cui ha parlato Falih”, scrive l’analista senior per le materie prime di Investing.com Barani Krishnan.

I prezzi del greggio sono sotto pressione per i segnali di indebolimento della domanda globale e di una produzione USA ai massimi storici. Il greggio USA è crollato di quasi il 22% dai massimi di aprile, mentre il Brent segna un tonfo di quasi il 19%.

L’Agenzia Internazionale per l’Energia, nel suo report mensile di venerdì, ha avvertito che le prospettive sulla crescita della domanda di greggio nel 2019 sono diminuite per il peggioramento delle prospettive per il commercio mondiale. Nel fine settimana, il Segretario al Commercio USA Wilbur Ross ha ridimensionato le probabilità che il Presidente Donald Trump e la sua controparte cinese Xi Jinping raggiungano un accordo durante il vertice del G20 del 28 e 29 giugno. Ha ribadito che Trump è “pienamente soddisfatto” di attenersi all’attuale strategia di dazi.

Stamane intanto l’Iran ha annunciato che infrangerà il limite sui livelli di uranio concordato a livello internazionale tra 10 giorni, a meno che l’Europa non intervenga ad aiutare il paese a compensare gli effetti delle sanzioni economiche USA.

Teheran aveva in precedenza minacciato di sottrarsi all’accordo sul nucleare dopo che il governo Trump aveva fatto altrettanto l’anno scorso imponendo le sanzioni.

Il Segretario di Stato USA Mike Pompeo ieri aveva affermato, prima dell’annuncio dell’Iran, che gli Stati Uniti stanno “considerando una serie di opzioni” in risposta all’aumento delle tensioni.

Pompeo ha dichiarato che una risposta militare rientra tra queste, sebbene abbia sottolineato che Trump “non vuole entrare in guerra”.

I future della benzina scendono dello 0,9% a 1,7165 dollari al gallone alle 8:12 ET (12:12 GMT), mentre il combustibile da riscaldamento va giù dello 0,8% a 1,8152 dollari al gallone.

I future del gas naturale sono in discesa dello 0,8% a 2,367 dollari per milione di BTU.

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