Investing.com - I futures del petrolio greggio hanno perso alcuni dei forti guadagni della sessione precedente durante la mattinata odierna, gli investitori hanno bloccato i guadagni della sessione precedente ce ha portato i prezzi al massimo di 5 settimane.
Lee speranze verso nuovi stimoli dalle banche centrali mondiali e l’escalation di tensioni tra Iran e Occidente hanno supportato i prezzi.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna ad agosto sono stati scambiati a 86,64 dollari al barile, durante la mattinata europea, in calo dell’1,15%.
Precedentemente il prezzo era sceso dell’1,25%, al minimo della sessione di 86,57 dollari al barile. I prezzi avevano toccato 88,01 dollari al barile ieri, il massimo dal 31 maggio.
Si prevede un volume ridotto di scambi oggi negli USA, per via della chiusura del NYMEX e dei mercati negli USA per la Giornata dell’Indipendenza.
I prezzi del petrolio scambiato a New York sono saliti del 5% dopo che i media di Tehran hanno diffuso la notizia che l’Iran ha testato con successo i missili a medio raggio capaci di raggiungere Israele in risposta alla minacci di azioni militari contro il paese.
I trader del petrolio pongono nuovamente l’attenzione sulle tensioni tra Iran e Israele. Si teme che l’escalation delle ostilità tra i due paesi possa sfociare in un conflitto che manderebbe i prezzi del petrolio alle stelle.
Intanto il Comitato di Sicurezza Nazionale e di Politica Estera ha presentato un atto per proporre il blocco dello Stretto di Hormuz alle petroliere, in risposta all’embargo UE del petrolio iraniano, iniziato il 1° luglio
Lo Stretto di Hormuz, che si trova tra Iran e Oman, è uno dei più importanti canali del petrolio del mondo, attraverso il quale passa circa il 33% del petrolio scambiato in tutto l'oceano, secondo le informazioni dell’autorità dell’Energy Administration Americana.
I prezzi del petrolio USA hanno toccato il 1° marzo il massimo di 110,53, quando erano alte le tensioni sul programma nucleare iraniano.
Gli investitori attenderanno l’esito del vertice della BCE fissato per questo giovedì.
Ci si aspetta che la BCE possa annunciare un taglio dei tassi allo 0,75% dall’attuale 1,00% al fine di sostenere la crescita nella zona euro, in seguito alla sfilza di dati deboli recentemente rilasciati.
Intanto i dati sorprendentemente deboli sul manifatturiero USA hanno acceso la speculazione che la Federal Reserve possa implementare un terzo round di allentamento quantitativo per sostenere l’economia USA, colpita dalla crisi in corso nella zona euro.
Gli investitori osserveranno inoltre i dati sull’occupazione non agricola che saranno rilasciati venerdì dagli USA.
Intanto i traders del petrolio attendono il report settimanale della US Energy Information Administration sulle scorte statunitensi di greggio e prodotti raffinati, che sarà rilasciato domani, un giorno in ritardo per via della festività del 4 luglio.
Si prevede che il rapporto dimostrerà che le scorte di petrolio greggio degli Stati Uniti sono scese di 2,2 milioni di barili la scorsa settimana.
Dopo la chiusura dei mercati di ieri, l’American Petroleum Institute ha dichiarato che le scorte greggio USA sono scese di 3 milioni di barili la scorsa settimana, contro le aspettative di un calo di 1,9 milioni di barili.
Gli USA sono il primo consumatore mondiale di petrolio, e rappresentano il 22% della domanda globale.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna ad agosto sono scesi dell’1,1%, a 99,57 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 12,93 dollari al barile.
Ieri i prezzi del petrolio Brent sono saliti a 101,56 dollari al barile, il massimo dall’11 giugno.
Il Greggio Brent è stato supportato dai timori per un’interruzione delle forniture dalla Norvegia, l’ottavo esportatore di petrolio mondiale.
Lee speranze verso nuovi stimoli dalle banche centrali mondiali e l’escalation di tensioni tra Iran e Occidente hanno supportato i prezzi.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna ad agosto sono stati scambiati a 86,64 dollari al barile, durante la mattinata europea, in calo dell’1,15%.
Precedentemente il prezzo era sceso dell’1,25%, al minimo della sessione di 86,57 dollari al barile. I prezzi avevano toccato 88,01 dollari al barile ieri, il massimo dal 31 maggio.
Si prevede un volume ridotto di scambi oggi negli USA, per via della chiusura del NYMEX e dei mercati negli USA per la Giornata dell’Indipendenza.
I prezzi del petrolio scambiato a New York sono saliti del 5% dopo che i media di Tehran hanno diffuso la notizia che l’Iran ha testato con successo i missili a medio raggio capaci di raggiungere Israele in risposta alla minacci di azioni militari contro il paese.
I trader del petrolio pongono nuovamente l’attenzione sulle tensioni tra Iran e Israele. Si teme che l’escalation delle ostilità tra i due paesi possa sfociare in un conflitto che manderebbe i prezzi del petrolio alle stelle.
Intanto il Comitato di Sicurezza Nazionale e di Politica Estera ha presentato un atto per proporre il blocco dello Stretto di Hormuz alle petroliere, in risposta all’embargo UE del petrolio iraniano, iniziato il 1° luglio
Lo Stretto di Hormuz, che si trova tra Iran e Oman, è uno dei più importanti canali del petrolio del mondo, attraverso il quale passa circa il 33% del petrolio scambiato in tutto l'oceano, secondo le informazioni dell’autorità dell’Energy Administration Americana.
I prezzi del petrolio USA hanno toccato il 1° marzo il massimo di 110,53, quando erano alte le tensioni sul programma nucleare iraniano.
Gli investitori attenderanno l’esito del vertice della BCE fissato per questo giovedì.
Ci si aspetta che la BCE possa annunciare un taglio dei tassi allo 0,75% dall’attuale 1,00% al fine di sostenere la crescita nella zona euro, in seguito alla sfilza di dati deboli recentemente rilasciati.
Intanto i dati sorprendentemente deboli sul manifatturiero USA hanno acceso la speculazione che la Federal Reserve possa implementare un terzo round di allentamento quantitativo per sostenere l’economia USA, colpita dalla crisi in corso nella zona euro.
Gli investitori osserveranno inoltre i dati sull’occupazione non agricola che saranno rilasciati venerdì dagli USA.
Intanto i traders del petrolio attendono il report settimanale della US Energy Information Administration sulle scorte statunitensi di greggio e prodotti raffinati, che sarà rilasciato domani, un giorno in ritardo per via della festività del 4 luglio.
Si prevede che il rapporto dimostrerà che le scorte di petrolio greggio degli Stati Uniti sono scese di 2,2 milioni di barili la scorsa settimana.
Dopo la chiusura dei mercati di ieri, l’American Petroleum Institute ha dichiarato che le scorte greggio USA sono scese di 3 milioni di barili la scorsa settimana, contro le aspettative di un calo di 1,9 milioni di barili.
Gli USA sono il primo consumatore mondiale di petrolio, e rappresentano il 22% della domanda globale.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna ad agosto sono scesi dell’1,1%, a 99,57 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 12,93 dollari al barile.
Ieri i prezzi del petrolio Brent sono saliti a 101,56 dollari al barile, il massimo dall’11 giugno.
Il Greggio Brent è stato supportato dai timori per un’interruzione delle forniture dalla Norvegia, l’ottavo esportatore di petrolio mondiale.