Investing.com – I futures del petrolio sono andati sotto forte pressione alla vendita negli della mattinata europea, con gli investitori che hanno tagliato le esposizioni nei timori per l’impatto delle elezioni in Francia e in Grecia nella crisi del debito nella zona euro.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a giugno sono stati scambiati a 97,60 dollari al barile, durante la mattinata europea, in calo dello 0,9%.
Precedentemente i prezzi erano scesi del 2% a 95,36 dollari al barile, il minimo dal 20 dicembre 2011..
Il petrolio ha registrato forti perdite dalla sessione di venerdì, il sentimento è sceso dopo che in Francia il candidato socialista François Hollande ha sconfitto il presidente uscente Nicolas Sarkozy e in Grecia i partiti a favore del salvataggio èhanno registrato scarsi consensi agli exit pools di ieri.
Le elezioni del week end in Grecia e Francia che hanno alimentato i timori sulla gestione futura della crisi del debito della zona euro.
Hollande recentemente ha richiesto una revisione del patto fiscale europeo e delle regole troppo rigide, mentre in Grecia nessun partito è riuscito ad assicurarsi abbastanza voti per la maggioranza in parlamento, mettendo in dubbio il futuro dell’accordo sul salvataggio internazionale.
Si teme che la crisi del debito sovrano della zona euro possa causare un ulteriore rallentamento che influenzerà la curva della domanda del petrolio.
La zona euro ha rappresentato il 12% del consumo globale di petrolio, secondo i dati British Petroleum.
A gettare ulteriori ombre sugli scambi commerciali i dati sull’occupazione USA pubblicati venerdì, più deboli del previsto e che hanno alimentato i timori sulla ripresa economica USA.
In un rapporto, il Dipartimento del Lavoro ha dichiarato che l’economia ha aggiunto 115.000 posti di lavoro il mese scorso, contro le aspettative di un aumento di 170.000, dopo un aumento di 154.000 rivisto al rialzo di marzo.
Il tasso di disoccupazione è sceso dell’8,1%, il minimo dal 2009. Tuttavia i dati hanno mostrato che il calo deriva dal numero di persone che hanno abbandonato la forza lavoro.
I dati poco incoraggianti hanno spinto gli investitori ad evitare asset ad alto rischio e scegliere il dollaro come valuta rifugio.
L’indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è salito dello 0,43% a 79,94, il massimo dal 16 aprile.
I prezzi sono scesi del 4% venerdì, il massimo calo giornaliero dal 14 dicembre. Le perdite del petrolio sono aumentato dopo che i prezzi sono scesi sotto il supporto tecnico della media di 100 giorni.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna a giugno sono scesi dello 0,7%, a 112,44 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 14,84 dollari al barile.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a giugno sono stati scambiati a 97,60 dollari al barile, durante la mattinata europea, in calo dello 0,9%.
Precedentemente i prezzi erano scesi del 2% a 95,36 dollari al barile, il minimo dal 20 dicembre 2011..
Il petrolio ha registrato forti perdite dalla sessione di venerdì, il sentimento è sceso dopo che in Francia il candidato socialista François Hollande ha sconfitto il presidente uscente Nicolas Sarkozy e in Grecia i partiti a favore del salvataggio èhanno registrato scarsi consensi agli exit pools di ieri.
Le elezioni del week end in Grecia e Francia che hanno alimentato i timori sulla gestione futura della crisi del debito della zona euro.
Hollande recentemente ha richiesto una revisione del patto fiscale europeo e delle regole troppo rigide, mentre in Grecia nessun partito è riuscito ad assicurarsi abbastanza voti per la maggioranza in parlamento, mettendo in dubbio il futuro dell’accordo sul salvataggio internazionale.
Si teme che la crisi del debito sovrano della zona euro possa causare un ulteriore rallentamento che influenzerà la curva della domanda del petrolio.
La zona euro ha rappresentato il 12% del consumo globale di petrolio, secondo i dati British Petroleum.
A gettare ulteriori ombre sugli scambi commerciali i dati sull’occupazione USA pubblicati venerdì, più deboli del previsto e che hanno alimentato i timori sulla ripresa economica USA.
In un rapporto, il Dipartimento del Lavoro ha dichiarato che l’economia ha aggiunto 115.000 posti di lavoro il mese scorso, contro le aspettative di un aumento di 170.000, dopo un aumento di 154.000 rivisto al rialzo di marzo.
Il tasso di disoccupazione è sceso dell’8,1%, il minimo dal 2009. Tuttavia i dati hanno mostrato che il calo deriva dal numero di persone che hanno abbandonato la forza lavoro.
I dati poco incoraggianti hanno spinto gli investitori ad evitare asset ad alto rischio e scegliere il dollaro come valuta rifugio.
L’indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è salito dello 0,43% a 79,94, il massimo dal 16 aprile.
I prezzi sono scesi del 4% venerdì, il massimo calo giornaliero dal 14 dicembre. Le perdite del petrolio sono aumentato dopo che i prezzi sono scesi sotto il supporto tecnico della media di 100 giorni.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna a giugno sono scesi dello 0,7%, a 112,44 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 14,84 dollari al barile.