Investing.com - I futures del greggio crollano questo giovedì, mentre le trattative tra i diplomatici occidentali e l’Iran proseguono sul programma nucleare di Teheran.
Le trattative in corso in Svizzera a Losanna tra l’Iran e sei potenze mondiali sul programma nucleare di Tehran vanno avanti anche oggi, dopo aver sforato la scadenza 31 marzo.
Il Ministro Mohammad Javad Zarif ha dichiarato che sono stati fatti "progressi significativi" ma altri progressi devono essere fatti per raggiungere un accordo.
L’Occidente ha chiesto all’Iran di accettare le restrizioni sul programma nucleare in cambio dell’annullamento delle sanzioni internazionali.
Un accordo tra l’Iran e le potenze mondiali potrebbe comportare il ritorno del greggio iraniano sul mercato.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il greggio Brent con consegna a maggio è in calo 1,52 dollari, o del 2,67%, a 55,58 dollari al barile negli scambi della mattinata statunitense. Il greggio Brent ieri ha subito un’impennata di 1,99 dollari, o del 3,61%, a 57,10 dollari al barile.
Sul New York Mercantile Exchange, il greggio con consegna a maggio è in calo del 2,24%, a 1,12 dollari, a 48,97 dollari al barile. Ieri, i futures del greggio Nymex hanno subito un’impennata di 2,49 dollari, o del 5,23%, attestandosi a 50,09 dollari al barile.
Lo spread tra il Brent ed il greggio WTI è 6,61 dollari, contro i 7,01 dollari mercoledì.
Nel report settimanale sulle scorte della U.S. Energy Information Administration si legge che le scorte di greggio USA sono salite di 4,8 milioni di barili nella settimana terminata il 27 marzo, al di sotto dei 5,2 milioni di barili previsti dall’American Petroleum Institute.
Tuttavia, i dati hanno mostrato una riduzione della produzione di greggio USA per la prima volta dalla fine di dicembre, alimentando le aspettative che il calo degli impianti di trivellazioni possa alla fine portare ad una produzione minore.
L’agenzia di ricerche di settore Baker Hughes (NYSE:BHI) ha dichiarato che il numero degli impianti di trivellazione negli Stati Uniti si è attestato a 813 unità la scorsa settimana, il minimo dal marzo del 2011.
I traders hanno seguito da vicino la riduzione degli impianti di trivellazione negli ultimi mesi per cercare di capire se possa contribuire a ridurre l’eccesso di greggio sul mercato.
Negli ultimi mesi, il prezzo del greggio è crollato per via della decisione del’OPEC di non tagliare la produzione, mentre negli Stati Uniti si è registrata la produzione più alta degli ultimi tre decenni, causando un eccesso delle scorte globali.
L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, scende dello 0,75% a 97,78 questa mattina.
L’attenzione dei traders è rivolta inoltre al report sull’occupazione non agricola che sarà pubblicato venerdì e che dovrebbe mostrare un aumento di 245.000 nuovi posti di lavoro a marzo, dopo l’incremento di 295.000 unità a febbraio.
Negli USA i dati del Dipartimento per il Lavoro hanno mostrato un calo delle nuove richieste di sussidio di disoccupazione di 20.000 unità la scorsa settimana, a 268.000 dal totale della settimana precedente di 288.000 unità. Gli analisti avevano previsto un calo di 3.000 unità a 285.000 unità.
Un secondo report ha mostrato che il deficit commerciale statunitense è sceso a febbraio a 34,44 miliardi di dollari, il minimo dal 2009.
I dati deludenti hanno alimentato i timori per lo stato di salute dell’economia statunitense ed hanno contribuito a ridimensionare le speranze di un aumento dei tassi di interesse.