Investing.com – I futures del petrolio greggio perdono alcune delle perdite precedenti durante la mattinata di lunedì, i traders restano cauti nell’incertezza su come e quando i leader UE metteranno in pratica le nuove misure decise.
Hanno pesato inoltre i timori verso un rallentamento peggiore del previsto dell’attività economica cinese, insieme ai profit-taking.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna ad agosto sono stati scambiati a 83,89 dollari al barile, durante la mattinata europea, in calo dell’1,25%.
Precedentemente il prezzo era sceso dell’1,05%, al minimo della sessione di 83,53 dollari al barile. I prezzi hanno toccato 85,30 dollari al barile venerdì, il massimo dal 18 giugno.
I futures del greggio hanno subito un’impennata del 9,4% venerdì, il più ampio accordo giornaliero dal marzo 2009, dopo che i leader UE hanno raggiunto l’accordo sulle misure da attuare per risolvere la crisi del debito della zona euro.
Dopo 2 giorni di vertice a Bruxelles, i leader UE hanno convenuto di utilizzare i fondi per il salvataggio internazionale per supportare direttamente le banche, senza pesare ulteriormente sul debito nazionale, ed hanno stabilito inoltre di formare un organismo di controllo bancario per l’area dell’euro.
Oltre alla ricapitalizzazione diretta delle banche spagnole, i fondi per il salvataggio nella zona euro acquisteranno debito per contenere i rendimenti.
I leader UE hanno convenuto di devolvere 120 miliardi di euro di stimolo per incoraggiare la crescita e creare occupazione.
Ma i mercati si sono raffreddati stamane, nell’incertezza su come e quando i leader UE metteranno in pratica le nuove misure decise.
Gli analisti hanno avvertito che la questione resta aperta sull’efficacia a lungo termine dell’accordo europeo per allentare la crisi del debito nella zona euro.
Gli investitori osserveranno attentamente la messa in pratica, nelle prossime 2 settimane, delle misure da parte dei ministri delle finanze UE.
I timori su un rallentamento più forte del previsto dell’economia cinese sono aumentati dopo i dai dati che mostrano il settore manifatturiero a giugno al ritmo più lento degli ultimi 7 mesi, con i muovi ordini al minimo dal marzo 2009.
L’indice PMI HSBC, incentrato sulle piccole e medie imprese, è salito a 48,2 a giugno contro il 48,1 di maggio, indicando una contrazione per l’ottavo mese consecutivo.
La Cina è il secondo consumatore di petrolio dopo gli stati uniti ed è stato un traino per la domanda.
Un ulteriore rallentamento nella nazione asiatica, la seconda potenza mondiale, inficerebbe la crescita mondiale, già altalenante per via delle misure di austerità UE.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna ad agosto sono scesi dell’1,4%, a 96,45 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 12,56 dollari al barile.
Il 22 giungo i prezzi Brent sono scesi a 88,49 dollari al barile, il minimo di 17 mesi, per via dell’escalation della crisi del debito nella zona euro ed i timori verso un rallentamento peggiore del previsto dell’economia cinese: due fattori che hanno portato i prezzi in basso.
Il Greggio Brent scambiato a Londra ha perso quasi il 20% sul trimestre, il più grande calo dall’ultimo trimestre 2008.
Hanno pesato inoltre i timori verso un rallentamento peggiore del previsto dell’attività economica cinese, insieme ai profit-taking.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna ad agosto sono stati scambiati a 83,89 dollari al barile, durante la mattinata europea, in calo dell’1,25%.
Precedentemente il prezzo era sceso dell’1,05%, al minimo della sessione di 83,53 dollari al barile. I prezzi hanno toccato 85,30 dollari al barile venerdì, il massimo dal 18 giugno.
I futures del greggio hanno subito un’impennata del 9,4% venerdì, il più ampio accordo giornaliero dal marzo 2009, dopo che i leader UE hanno raggiunto l’accordo sulle misure da attuare per risolvere la crisi del debito della zona euro.
Dopo 2 giorni di vertice a Bruxelles, i leader UE hanno convenuto di utilizzare i fondi per il salvataggio internazionale per supportare direttamente le banche, senza pesare ulteriormente sul debito nazionale, ed hanno stabilito inoltre di formare un organismo di controllo bancario per l’area dell’euro.
Oltre alla ricapitalizzazione diretta delle banche spagnole, i fondi per il salvataggio nella zona euro acquisteranno debito per contenere i rendimenti.
I leader UE hanno convenuto di devolvere 120 miliardi di euro di stimolo per incoraggiare la crescita e creare occupazione.
Ma i mercati si sono raffreddati stamane, nell’incertezza su come e quando i leader UE metteranno in pratica le nuove misure decise.
Gli analisti hanno avvertito che la questione resta aperta sull’efficacia a lungo termine dell’accordo europeo per allentare la crisi del debito nella zona euro.
Gli investitori osserveranno attentamente la messa in pratica, nelle prossime 2 settimane, delle misure da parte dei ministri delle finanze UE.
I timori su un rallentamento più forte del previsto dell’economia cinese sono aumentati dopo i dai dati che mostrano il settore manifatturiero a giugno al ritmo più lento degli ultimi 7 mesi, con i muovi ordini al minimo dal marzo 2009.
L’indice PMI HSBC, incentrato sulle piccole e medie imprese, è salito a 48,2 a giugno contro il 48,1 di maggio, indicando una contrazione per l’ottavo mese consecutivo.
La Cina è il secondo consumatore di petrolio dopo gli stati uniti ed è stato un traino per la domanda.
Un ulteriore rallentamento nella nazione asiatica, la seconda potenza mondiale, inficerebbe la crescita mondiale, già altalenante per via delle misure di austerità UE.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna ad agosto sono scesi dell’1,4%, a 96,45 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 12,56 dollari al barile.
Il 22 giungo i prezzi Brent sono scesi a 88,49 dollari al barile, il minimo di 17 mesi, per via dell’escalation della crisi del debito nella zona euro ed i timori verso un rallentamento peggiore del previsto dell’economia cinese: due fattori che hanno portato i prezzi in basso.
Il Greggio Brent scambiato a Londra ha perso quasi il 20% sul trimestre, il più grande calo dall’ultimo trimestre 2008.