Investing.com - I futures del petrolio greggio sono in calo questo lunedì, gli investitori hanno messo da parte i timori sulla crescita economica globale e si sono concentrati sulle speranze di uno stimolo.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a settembre sono stati scambiati a 93,28 dollari al barile, in salita dello 0,45%.
Stamane i prezzi sono saliti dello 0,9% a 93,72 dollari al barile. I prezzi hanno toccato il massimo di tre mesi di 94,69 dollari al barile l’8 agosto.
I dati ufficiali hanno mostrato che l’economia nipponica è cresciuta dello 0,3% nel trimestre a giugno, solo la metà dello 0,6% previsto, dopo un aumento dell’1,2% nel primo trimestre; le esportazioni sono scese per via della crisi del debito della zona euro.
Il PIL del Giappone è salito dell’1,4% nel secondo trimestre, contro le previsioni di un aumento del 2,3% e in calo rispetto all’aumento del 5,5% dello scorso mese rivisto al rialzo.
Il report segue i dati cinesi che hanno mostrato che le esportazioni cinesi sono salite solo dell’1% annuo a luglio, contro l’aumento dell’11,3% di giugno, mentre le importazioni sono salite del 4,7% annuo contro il 6,3% a giugno.
Nonostante le previsioni inquietanti i mercati del petrolio sono stati rialzisti ultimamente, con il greggio della borsa di New York che ha segnato +17,5% da quando aveva toccato il minimo di 77,27 il 28 giugno.
I prezzi sono stati supportati dai timori verso le aspettative che le banche centrali di tutto il mondo annunceranno presto delle misure di stimolo monetario per sostenere la crescita, il ché spinge l’oro come valuta alternativa.
La Federal Reserve si è detta prontra ad intervenire mentre la il Presidente della BCE Mario Draghi ha dichiarato che si farà tutto il necessario per spingere l’economia.
I rinnovati timori per gli scontri i Siria e le tensioni crescenti tra Iran e Occidente hanno supportato i prezzi nelle ultime settimane.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, i futures sul petrolio Brent con consegna a settembre sono saliti dello 0,6%, a 111,80 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 18,52 dollari al barile.
I futures Brent di Londra hanno toccato 113,52 dollari al barile, il massimo dal 10 maggio.
I prezzi Brent sono stati ben supportati nelle ultime settimane, salendo del 20% dai minimi toccati a giugno, tra i timori per la riduzione delle forniture dal Mare del Nord e l’inasprirsi delle sanzioni contro le esportazioni iraniane dal 1° luglio.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a settembre sono stati scambiati a 93,28 dollari al barile, in salita dello 0,45%.
Stamane i prezzi sono saliti dello 0,9% a 93,72 dollari al barile. I prezzi hanno toccato il massimo di tre mesi di 94,69 dollari al barile l’8 agosto.
I dati ufficiali hanno mostrato che l’economia nipponica è cresciuta dello 0,3% nel trimestre a giugno, solo la metà dello 0,6% previsto, dopo un aumento dell’1,2% nel primo trimestre; le esportazioni sono scese per via della crisi del debito della zona euro.
Il PIL del Giappone è salito dell’1,4% nel secondo trimestre, contro le previsioni di un aumento del 2,3% e in calo rispetto all’aumento del 5,5% dello scorso mese rivisto al rialzo.
Il report segue i dati cinesi che hanno mostrato che le esportazioni cinesi sono salite solo dell’1% annuo a luglio, contro l’aumento dell’11,3% di giugno, mentre le importazioni sono salite del 4,7% annuo contro il 6,3% a giugno.
Nonostante le previsioni inquietanti i mercati del petrolio sono stati rialzisti ultimamente, con il greggio della borsa di New York che ha segnato +17,5% da quando aveva toccato il minimo di 77,27 il 28 giugno.
I prezzi sono stati supportati dai timori verso le aspettative che le banche centrali di tutto il mondo annunceranno presto delle misure di stimolo monetario per sostenere la crescita, il ché spinge l’oro come valuta alternativa.
La Federal Reserve si è detta prontra ad intervenire mentre la il Presidente della BCE Mario Draghi ha dichiarato che si farà tutto il necessario per spingere l’economia.
I rinnovati timori per gli scontri i Siria e le tensioni crescenti tra Iran e Occidente hanno supportato i prezzi nelle ultime settimane.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, i futures sul petrolio Brent con consegna a settembre sono saliti dello 0,6%, a 111,80 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 18,52 dollari al barile.
I futures Brent di Londra hanno toccato 113,52 dollari al barile, il massimo dal 10 maggio.
I prezzi Brent sono stati ben supportati nelle ultime settimane, salendo del 20% dai minimi toccati a giugno, tra i timori per la riduzione delle forniture dal Mare del Nord e l’inasprirsi delle sanzioni contro le esportazioni iraniane dal 1° luglio.