Investing.com - I futures del petrolio greggio sono saliti al livello più alto da inizio maggio nella mattinata europea, con le speranze per le misure di allentamento negli USA e in Cina che hanno alimentato l’appeal degli investimenti legati alla crescita.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a ottobre sono stati scambiati a 98,14 dollari al barile, in salita dello 0,9%.
Stamane i prezzi sono saliti dell’1% al massimo della sessione di 98,28 dollari al barile, il livello più alto dal 4 maggio.
I futures del greggio sono saliti ieri dopo che i verbali Fed hanno mostrato che diversi membri del consiglio pensano che un ulteriore allentamento possa essere garantito “abbastanza presto” a meno che non ci sia la prova di un miglioramento “sostanziale e sostenibile” della ripresa economica.
Il biglietto verde è andato sotto pressione, con l’indice del dollaro che mostra la performance del biglietto verde contro un paniere di sei principali valute in calo dello 0,3% a 81,33, il minimo dal 22 maggio.
I futures denominati in dollari tendono a salire quando il dollaro scende, poiché ciò rende il petrolio più economico per i titolari di altre valute.
Intanto, il Dipartimento per l’energia statunitense ha dichiarato che le scorte greggio USA sono scese di 5,4 milioni di barili la scorsa settimana, toccando il minimo di quattro mesi di 360,7 milioni di barili.
Gli USA sono il principale consumatore mondiale di petrolio, e rappresenta il 22% della domanda globale.
I prezzi hanno trovato il supporto dai dati deludenti sul manifatturiero cinese rilasciati stamane che hanno alimentato le aspettative verso l’introduzione di nuove misure di stimolo da Pechino, per sostenere la seconda economia mondiale.
I dati hanno mostrato che l’indice PMI manifatturiero cinese di HSBC è sceso al minimo di 9 mesi di 47,8 ad agosto, dalla lettura di 49,3 a luglio, con i nuovi ordini che sono scesi per via di un indebolimento della domanda.
La Cina è il secondo consumatore mondiale di petrolio, e rappresenta il traino della domanda globale.
Nella zona euro i dati hanno mostrato che l’attività manifatturiera in Germania è migliorata ad agosto, per la prima volta da gennaio, mentre l’attività manifatturiera in Francia è salita al massimo di 4 mesi.
I mercati del petrolio ultimamente sono rimasti piuttosto rialzisti, con il petrolio della borsa di New York in salita del 21% dal minimo di 77,27 toccato il 28 giugno.
I rinnovati timori per gli scontri i Siria e le tensioni crescenti tra Iran e Occidente hanno supportato i prezzi nelle ultime settimane.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, i futures sul petrolio Brent con consegna a settembre sono saliti dello 0,9%, a 115,94 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 17,80 dollari al barile.
Ieri il petrolio Brent ha toccato 116,18 dollari al barile, il massimo dal 4 maggio.
I prezzi Brent sono stati ben supportati nelle ultime settimane, salendo del 24% dai minimi toccati a giugno, tra i timori per la riduzione delle forniture dal Mare del Nord e l’inasprirsi delle sanzioni contro le esportazioni iraniane dal 1° luglio.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a ottobre sono stati scambiati a 98,14 dollari al barile, in salita dello 0,9%.
Stamane i prezzi sono saliti dell’1% al massimo della sessione di 98,28 dollari al barile, il livello più alto dal 4 maggio.
I futures del greggio sono saliti ieri dopo che i verbali Fed hanno mostrato che diversi membri del consiglio pensano che un ulteriore allentamento possa essere garantito “abbastanza presto” a meno che non ci sia la prova di un miglioramento “sostanziale e sostenibile” della ripresa economica.
Il biglietto verde è andato sotto pressione, con l’indice del dollaro che mostra la performance del biglietto verde contro un paniere di sei principali valute in calo dello 0,3% a 81,33, il minimo dal 22 maggio.
I futures denominati in dollari tendono a salire quando il dollaro scende, poiché ciò rende il petrolio più economico per i titolari di altre valute.
Intanto, il Dipartimento per l’energia statunitense ha dichiarato che le scorte greggio USA sono scese di 5,4 milioni di barili la scorsa settimana, toccando il minimo di quattro mesi di 360,7 milioni di barili.
Gli USA sono il principale consumatore mondiale di petrolio, e rappresenta il 22% della domanda globale.
I prezzi hanno trovato il supporto dai dati deludenti sul manifatturiero cinese rilasciati stamane che hanno alimentato le aspettative verso l’introduzione di nuove misure di stimolo da Pechino, per sostenere la seconda economia mondiale.
I dati hanno mostrato che l’indice PMI manifatturiero cinese di HSBC è sceso al minimo di 9 mesi di 47,8 ad agosto, dalla lettura di 49,3 a luglio, con i nuovi ordini che sono scesi per via di un indebolimento della domanda.
La Cina è il secondo consumatore mondiale di petrolio, e rappresenta il traino della domanda globale.
Nella zona euro i dati hanno mostrato che l’attività manifatturiera in Germania è migliorata ad agosto, per la prima volta da gennaio, mentre l’attività manifatturiera in Francia è salita al massimo di 4 mesi.
I mercati del petrolio ultimamente sono rimasti piuttosto rialzisti, con il petrolio della borsa di New York in salita del 21% dal minimo di 77,27 toccato il 28 giugno.
I rinnovati timori per gli scontri i Siria e le tensioni crescenti tra Iran e Occidente hanno supportato i prezzi nelle ultime settimane.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, i futures sul petrolio Brent con consegna a settembre sono saliti dello 0,9%, a 115,94 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 17,80 dollari al barile.
Ieri il petrolio Brent ha toccato 116,18 dollari al barile, il massimo dal 4 maggio.
I prezzi Brent sono stati ben supportati nelle ultime settimane, salendo del 24% dai minimi toccati a giugno, tra i timori per la riduzione delle forniture dal Mare del Nord e l’inasprirsi delle sanzioni contro le esportazioni iraniane dal 1° luglio.