(Reuters) - I prezzi del petrolio sono in ribasso, ma si avviano a guadagnare oltre il 3% per la settimana, spinti dall'aumento delle previsioni della domanda di petrolio per il 2024 da parte dell'Agenzia Internazionale dell'Energia e da un inatteso calo delle scorte statunitensi.
Intorno alle 11,40, i futures sul greggio Brent sono in calo di 49 centesimi o dello 0,6% a 84,93 dollari al barile, dopo aver superato ieri gli 85 dollari al barile per la prima volta da novembre. Il greggio statunitense West Texas Intermediate (Wti) cede 56 centesimi, pari allo 0,5%, a 80,78 dollari.
I prezzi sono rimasti in range per gran parte dell'ultimo mese, all'incirca tra gli 80 e gli 84 dollari al barile, prima che l'Aie ieri alzasse per la quarta volta da novembre le previsioni sulla domanda di petrolio per il 2024, per via degli attacchi degli Houthi che hanno interrotto la navigazione nel Mar Rosso.
La domanda mondiale di petrolio salirà di 1,3 milioni di bpd nel 2024, ha detto l'Aie nel suo ultimo rapporto, con un aumento di 110.000 bpd rispetto al mese scorso.
A sostenere i prezzi anche gli attacchi ucraini contro le raffinerie di petrolio russe, che hanno causato un incendio nella più grande raffineria di Rosneft, uno dei più gravi attacchi al settore energetico russo degli ultimi mesi.
Anche le scorte di greggio degli Stati Uniti sono diminuite inaspettatamente la scorsa settimana, grazie all'aumento della lavorazione da parte delle raffinerie, mentre le scorte di benzina sono crollate a causa dell'aumento della domanda, secondo i dati Eia di mercoledì.
(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Sabina Suzzi)