LONDRA (Reuters) - I prezzi del petrolio sono praticamente invariati, da una parte penalizzati dal rafforzamento del dollaro che ma dall'altra sostenuti da un forte calo delle scorte di greggio negli Stati Uniti.
Alle 11,20 i futures sul Brent cedono 1 centesimo, o lo 0,01%, a 74,38 dollari al barile. Ieri il benchmark aveva segnato i massimi dall'aprile 2019.
I futures sul greggio Usa scivolano di 3 centesimi, o lo 0,02%, a 72,16 dollari al barile, dopo aver toccato i massimi dall'ottobre 2018 ieri.
Il dollaro ha registrato il rialzo giornaliero più forte in 15 mesi dopo che la Federal Reserve ha segnalato che potrebbe aumentare i tassi di interesse a un ritmo molto più rapido del previsto.
Un biglietto verde più forte rende il greggio denominato in dollari più costoso per i detentori di altre valute, pesando potenzialmente sulla domanda.
Tuttavia a sostenere le quotazioni contribuiscono i dati Eia, che hanno mostrato una forte flessione delle scorte di greggio negli Stati Uniti -- primo consumatore di greggio al mondo -- relativamente alla scorsa settimana, con le raffinerie che hanno intensificato le operazioni ai massimi dal gennaio 2020 segnalando un continuo miglioramento della domanda. [EIA/S]
Aiutano i prezzi anche i dati relativi alla capacità produttiva delle raffinerie in Cina -- secondo consumatore al mondo della materia prima -- che sono aumentate del 4,4% a maggio rispetto a un anno fa, segnando nuovi massimi.
(Tradotto in redazione a Danzica da Michela Piersimoni, in redazione a Milano Sabina Suzzi, michela.piersimoni@thomsonreuters.com, +48 587696616)