LONDRA (Reuters) - I prezzi del petrolio sono in rialzo e si avviano a registrare il secondo guadagno annuale consecutivo in un anno volatile, caratterizzato dalla scarsità delle forniture a causa della guerra in Ucraina e dall'indebolimento della domanda da parte del principale importatore di greggio al mondo, la Cina.
Il greggio ha registrato un'impennata a marzo, con il benchmark globale Brent che ha raggiunto i 139,13 dollari al barile, il massimo dal 2008, dopo che l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia ha innescato i timori sull'offerta. I prezzi si sono rapidamente raffreddati nella seconda metà del 2022 a causa delle preoccupazioni per la recessione globale.
Intorno alle 10,30 il Brent è in rialzo di 3 centesimi, o dello 0,04%, a 83,49 dollari al barile. Il greggio statunitense West Texas Intermediate avanza di 4 centesimi, pari allo 0,05%, a 78,44 dollari.
Per l'anno in corso, il Brent sembra indirizzato a guadagnare l'8%, dopo un balzo del 50% nel 2021. Per il greggio statunitense si profila un rialzo del 4,6% nel 2022, dopo il guadagno del 55% dello scorso anno. Entrambi i benchmark sono scesi nel 2020 a causa della pandemia che ha colpito la domanda.
Sebbene l'aumento dei viaggi per le vacanze di fine anno e il divieto di vendita di greggio e prodotti petroliferi da parte della Russia siano di supporto, la scarsità dell'offerta sarà compensata dal calo dei consumi dovuto al deterioramento del contesto economico del prossimo anno, ha affermato Leon Li, analista di Cmc Markets.
Inoltre, le restrizioni anti-Covid della Cina, che sono state allentate solo questo mese, hanno raffreddato le speranze di ripresa della domanda. Il secondo consumatore mondiale ha registrato nel 2022 il primo calo della domanda di petrolio da anni.
Sebbene si preveda che la Cina si riprenda nel 2023, la recente impennata dei casi di Covid ha affievolito le speranze di un incremento immediato della domanda.
(Tradotto da Chiara Bontacchio, editing Sabina Suzzi)