Investing.com - I futures del greggio West Texas Intermediate sono scambiati vicino al minimo degli ultimi sei anni questo mercoledì, tra le speculazioni che i dati settimanali sulle scorte che saranno rilasciati nel corso della seduta possano mostrare che le scorte di greggio USA sono salite al massimo storico la scorsa settimana.
Il report governativo di oggi dovrebbe indicare che le scorte di greggio sono aumentate di 3,8 milioni di barili la scorsa settimana, mentre le scorte di benzina dovrebbero essere diminuite di 0,9 milioni di barili.
Alla chiusura dei mercati ieri, l’American Petroleum Institute, un gruppo del settore, ha dichiarato che le scorte di greggio USA sono aumentate di 10,5 milioni di barili nella settimana terminata il 13 marzo, contro le aspettative di un incremento di 3,8 milioni di barili.
Il report ha mostrato inoltre che le scorte di benzina sono scese di 583.000 barili, mentre le scorte di prodotti raffinati si sono ridotte di 252.000 barili.
Sul New York Mercantile Exchange, il greggio con consegna ad aprile è crollato di 88 centesimi, o del 2,02%, a 42,58 dollari al barile negli scambi della mattinata europea. Intanto, il contratto Nymex con consegna a maggio è crollato di 54 centesimi, o dell’1,19%, a 44,65 dollari al barile.
Ieri il greggio con consegna ad aprile è crollato a 42,41 dollari, un livello che non si registrava dal marzo del 2009, prima di chiudere a 43,46 dollari, con un calo di 42 centesimi, o dello 0,96%, per via dei crescenti timori per l’eccesso delle scorte.
Le scorte di greggio statunitensi ammontano a 448,9 milioni di barili fino alla scorsa settimana, il massimo di quasi 80 anni, segnale che la riduzione dei prezzi non ha ancora influito sulla produzione.
Secondo l’agenzia di ricerche di settore Baker Hughes (NYSE:BHI), il numero degli impianti di trivellazione negli Stati Uniti è diminuito di 56 unità la scorsa settimana, a 866, riducendosi per 14 settimane consecutive.
Il numero di impianti di trivellazione in funzione negli Stati Uniti è sceso del 46% rispetto al massimo storico di 1.609 unità registrato ad ottobre.
I traders hanno seguito da vicino la riduzione degli impianti di trivellazione negli ultimi mesi per cercare di capire se possa contribuire a ridurre l’eccesso di greggio sul mercato.
Secondo gli operatori dei mercati, sul prezzo pesa anche il problema dell’immagazzinamento del greggio in eccesso negli Stati Uniti ed in Cina.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il greggio Brent con consegna a maggio scende di 35 centesimi, o dello 0,64%, a 53,17 dollari al barile.
Ieri, il prezzo del greggio Brent scambiato sulla borsa di Londra ha toccato i 52,57 dollari, il minimo dal 2 febbraio, prima di chiudere a 53,51 dollari, con un calo di 43 centesimi, o dello 0,8%.
Intanto, lo spread tra i contratti del greggio Brent e quelli WTI è di 8,52 dollari al barile, rispetto agli 8,32 dollari segnati alla chiusura di ieri.
I riflettori sono puntati sugli sviluppi delle trattative tra l’Iran e le potenze mondiali in merito al programma nucleare di Tehran.
Ieri, un funzionario statunitense ha dichiarato che sembrano esserci progressi nelle trattative con Tehran sulla sua contestata industria nucleare che prevedono una graduale conclusione delle sanzioni sulla Repubblica islamica.
Un eventuale accordo tra l’Iran e le potenze mondiali potrebbe riportare il greggio iraniano sul mercato, un mercato dove però il greggio risulta già in eccesso.
Negli ultimi mesi, il prezzo del greggio è sceso drasticamente per via della decisione del’OPEC di non tagliare la produzione, mentre negli Stati Uniti si è registrata la produzione più alta degli ultimi tre decenni, causando un eccesso delle scorte globali.
Intanto, l’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, scende dello 0,1% a 99,92, staccandosi dal recente massimo di 12 anni di 100,77.
Gli investitori attendono la dichiarazione di oggi della Federal Reserve per capire se la banca deciderà di non essere più paziente prima di aumentare i tassi.
Secondo i traders, se la banca dovesse cambiare idea, i tassi potrebbero essere alzati già durante il vertice di politica monetaria di giugno.