Investing.com - I futures del greggio USA salgono per la prima volta nelle ultime quattro sedute questo lunedì, dal momento che gli investitori sono tornati sui mercati alla ricerca di valutazioni più economiche dopo il crollo del prezzo al minimo degli ultimi tre mesi.
Sul New York Mercantile Exchange, il greggio con consegna a settembre sale di 30 centesimi, o dello 0,6%, a 51,52 dollari al barile negli scambi della mattinata europea.
Venerdì i futures del greggio Nymex hanno segnato 50,50 dollari, un livello che non si registrava dal 10 aprile, prima di chiudere a 51,21 dollari, con un calo di 3 centesimi, o dello 0,06%.
I futures del greggio scambiati sulla borsa di New York sono crollati di 1,26 dollari, o del 3,51% la scorsa settimana, il quinto calo settimanale consecutivo, in un clima di apprensione legato all’aumento della produzione di greggio negli Stati Uniti.
Secondo l’agenzia di ricerche di settore Baker Hughes (NYSE:BHI), il numero degli impianti di trivellazione negli Stati Uniti è diminuito di sette unità la scorsa settimana a 638, dopo due settimane di aumento. I dati hanno ridimensionato i timori per una ripresa dell’attività di trivellazione negli Stati Uniti.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il greggio Brent con consegna a settembre sale di 26 centesimi, o dello 0,46%, a 57,36 dollari al barile.
La scorsa settimana il greggio Brent scambiato sulla borsa di Londra è crollato di 1,49 dollari, o del 3,22%, il terzo calo settimanale consecutivo, per via dei timori che le esportazioni dall’Iran possano far aumentare le scorte globali, già in eccesso.
L’Iran e sei potenze mondiali hanno raggiunto l’attesissimo accordo che prevede la cancellazione delle sanzioni imposte a Tehran in cambio di tagli al programma nucleare del paese.
L’Iran sarebbe pronto ad esportare 30 milioni di barili di greggio. Tuttavia gli analisti prevedono che le esportazioni di greggio iraniano impiegheranno molti mesi prima di segnare un’impennata.
La produzione globale di greggio supera ancora di gran lunga la domanda per via dell’impennata del petrolio di scisto negli Stati Uniti e dopo la decisione dello scorso anno dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio di non tagliare la produzione.
Lo spread tra i contratti del greggio Brent e quelli WTI è di 5,84 dollari al barile, rispetto ai 5,89 dollari segnati alla chiusura di venerdì.